tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

giovedì, gennaio 21, 2010





qualche anno fa fra un esame universitario e l'altro (diciamo pure fra una bocciatura e un ventitrè), un po' forse per noia e molto forse per spirito di contrarietà, mi appassionai ad un tema tanto affascinante quanto poco frequentato: i misteri d'italia, ovvero quell'irrisolto lato oscuro della nostra storia repubblicana fatto di appunto di misteri, di bombe, di stragi, di depistaggi, di golpe mancati, di collusioni, di cospirazioni.
così lo scorso dodici dicembre, animato da questa vecchia passione, sono passato da piazza fontana: qualche corona di fiori e un piccolo palco di legno provavano faticosamente ad ergersi in mezzo all'indifferenza brulicante della gente impegnata a utilizzare il proprio prezioso sabato in centro a fare acquisti per natale (io fra quelli, del resto: non ci sono andato del tutto apposta). la cosa mi fece un pò di tristezza: il quarantennale della strage di piazza fontana è passato così, in sordina, con una commemorazione molto di routine, senza troppi clamori, un'occasione mancata per ricordare e capire tutto ciò che è cominciato da lì, e risvegliare coscenze civili. peccato.
in questi giorni le commemorazioni acritiche che da destra e da sinistra sono piovute come monetine per il decennale della morte di craxi (che insigne statista che era, quanto bene ha fatto per il paese, ha dovuto pagare per tutti, e che coraggio il suo celebre discorso in parlamento, dedichiamogli senza indugio una piazza) hanno provocato in me la stessa identica sensazione: un pò di incredula tristezza e la sensazione di un'enorme occasione mancata. peccato davvero.
la mia personale impressione è che l'assenza di serenità che oggi affligge questo paese gli impedisca di affrontare nel giusto modo il proprio dolente passato. l'italia di oggi, che le piaccia o no, è inevitabilmente nipote e figlia, fra le altre cose, della strategia della tensione e di tangentopoli. ma entrambe, mi pare, sono ferite ancora aperte, non cicatrizzate, che si preferisce nascondere (per farlo va bene anche l'ipocrisia, se bende molto spesse non bastano) piuttosto che disinfettare. mi sembra che questo paese litigioso, arretrato, videocratico, diviso e appunto così poco sereno abbia, spaventato, un rapporto conflittuale con la propria memoria. f

csxqp: francesco de gregori - "viva l'italia"

mercoledì, gennaio 06, 2010



lo sai, ti odio, ma non sei il solo, che odio, anzi, siete molti: persone, cose, atteggiamenti, comportamenti, ricorrenze... a grandi linee sarebbe iniziato così questo post, perchè è un pò che ci riflettevo, e ogni giorno trovavo un qualcosa da aggiungere, a questa lista, e così mi sarei ripetuto, anche quest'anno, quasi che il chiudersi di un periodo ciclico mi ispirasse un astio diffuso e profondo, verso tutto, contro tutti, e anzichè tirar le somme e fissare i nuovi propositi sentissi l'esigenza di togliermi qualche sassolino, tutto ciò che in dodici mesi è rimasto strozzato in gola, represso... sarebbe stato indubbiamente così se non fosse che la linearità della vita che ho sempre immaginato ha avuto un sobbalzo, e questo mi ha scosso al punto da indurmi a rivedere il tutto, a ricercare un senso, una ragione, là dove il furore non aveva lasciato alcuno spazio...

credo succeda a molti, quando ci si raffronta con la morte... si, la morte, quell'evento che riempie i telegiornali, che è sulla bocca di tutti, e che però appare tanto distante, lontana, impalpabile, quanto irreale. Perchè anche se c'è, fa parte di noi, è intorno a noi, preferiamo non approfondirla, ma allontanarla, per quanto ci è possibile, cercando così di scamparle, costruendole intorno un taboo. Bè, a me incrociarla ha fatto pensare, e nella tristezza del momento mi ha ricondotto alla realtà, illuminandomi e facendomi riscoprire cose che forse avevo dimenticato. Non vivrò in eterno, come non posso continuare la mia esistenza in uno stato di perenne attesa, né posso sprecare tempo e risorse a rimuginare, sul passato, e tantomeno su ciò che di negativo c'è, ma devo evolvere, guardare oltre. Mettere da parte il lavoro, non attribuendogli più peso di quello che merita, e abbandonare l'astio, le paure, lo sconforto, l'apatia, il superfluo e concentrarmi su quello che di buono si può fare, si può dire... la verità è che le parole non dette pesano come macigni ora che pronunciarle non ha più senso, e forse ora è tempo di recuperare ridefinendo valori e priorità... devo finirla di usare la stanchezza come scusa per evitare il mondo, è il momento di rompere l'isolamento e costruirsi una vita degna di questo nome.

e così quest'anno lo voglio iniziare diversamente: lo sai, ti voglio bene, ma non sei la sola, a cui voglio bene, anzi, siete molti, e anche se non ve l'ho mai detto, è così... y*

clxqp: oriana fallaci - "se il sole muore"