tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, agosto 30, 2010





respiro di frontiera, qui finisce l'europa e inizia tutto il resto, e con lo sguardo rivolto lontano, oltre quel fiume che è praticamente un mare che si tuffa nell'oceano, questa città è magica e bella, avvolta di dittonghi e sardine. la luce è inesorabile, accecante, riflessa senza pietà dai marciapiedi, migliaia di quadratini bianchi. sullo sfondo palazzi vecchi e nuovi insieme, vicini, abbarbicati l'uno vicino all'altro. ci sono salite e discese, ma chissà come, pant pant, ci sono soprattutto salite, punteggiate da piccoli tram gialli che vi si arrampicano arrancando, e mille punti panoramici, credo di non averne mai visti così tanti nello stesso posto. poi un castello, un ponte rosso, una torre di ferro, una torre sul mare. il vento porta a spasso l'odore della carne alla griglia e la maliconia struggente del fado, voci di donne irrequiete e chitarre a dodici corde. le pasteis sono roba da peccatori, un trionfo di crema pasticcera racchiuso da pareti di pasta sfoglia. sul muro della fermata di cidade universitaria, socrate si sente cidadão do mundo, e noi con lui.
piccole intuizioni e frammenti per dire che lisbona è città di dolce sensualità, elegante mistero e affascinante pienezza, mi ricorda un pò cracovia e parigi, ed è impossibile non innamorarsi di lei. f

csxqp: ana moura - "os búzios"

domenica, agosto 22, 2010

"casa mia era buia come i progetti di un killer"

mi ero illuso, ancora una volta, di poter trascorrere un'estate felice, in montagna, fra le mie montagne, pensando che dopo tutto mi sarei rilassato, avrei fatto ciò che più mi piace, camminare, andare a funghi e far legna, ma non solo, si parlava di escursioni, nottate in rifugio, un reportage fotografico alla diga del Vajont, la ricerca del punto di scatto di una cartolina, uscite serali, nuove amicizie, il riallacciarsi di vecchi rapporti e invece niente, dopo due settimane eccomi qui, di nuovo a Milano, finalmente a casa, deluso, sconsolato, amareggiato... non ho combinato nulla, non ho trovato quello che mi aspettavo, non mi sono impegnato abbastanza nel cambiare gli eventi, mi sono abbandonato allo scorrere del tempo... eppure lo sapevo, sono anni che me lo ripeto, conosco la realtà delle cose, e ormai credevo di essermi rassegnato all'ineludibile destino di questo tipo di ferie, ma alle strette non ho resistito, mi sono detto che tutto sommato esageravo, che con in testa un programma potevo modificare gli eventi, influenzarne l'esito, e così ci sono ricascato. che dirvi, spero che queste parole mi facciano da monito, mi ricordino che sono le persone a fare i luoghi, che la montagna è bellissima solo a patto di viverla un numero ristretto di giorni, che gli amici sono una fonte di felicità insostituibile... è stata dura, avrei voluto scappare, tornare, avrei potuto chiamare, per sentire una voce amica, ma mi sentivo stupido, come mi sento stupido stasera, in queste ore di inaspettata insopportabile solitudine, in cui mi trovo a vagare per Milano, una città che riscopro stupenda, incredibilmente vuota, ma monumentale, fiera, ricca di sorprese, di scorci, viuzze, silenzi... cerco di non pensare, di sfiancarmi, sono turbato, pedalo ad oltranza, con la musica al massimo, la camicia aperta, svoltando ad ogni angolo, io e nessun altro, peccato non avere la machina fotografica... è una notte così, l'ultima dell'estate, di questa mia estate un poco malandata, nostalgica, inconsolabile.
vi lascio con un sorriso, quello di un ratto che complice la notte e l'assenza del genere umano ha pensato bene di uscire dalla sua tana e miracolosamente mancare i raggi della mia bici, e anche il mio, che sò di aver scampato un ratticidio per non parlare poi di una probabile caduta. y

clxqp: joe r. lansdale - "capitani oltraggiosi"

sabato, agosto 07, 2010





a cosa serve andare bene a scuola, se non si ha un cuore grande così?
è notte, luci gialle e odore di kebab. una delle tante di chiusura, luglio è ormai lontano, e questo agosto non sembra poi neanche tanto agosto. piove, ho residui di cioccolato sul gomito e non so nemmeno bene come ci siano finiti. ho fame. il tempo è un pazzo col banjo, e prima o poi leggerò quel libro.
a volte perdo il segno... a che punto sono arrivato?
ecco, tutto ciò non aiuta. l'understatement smodato, la tendenza a conservare, conservare, conservare, aspettare, aspettare, prima o poi. una malcelata vena polemica, a volte fine a se stessa, spesso no. alla fine mi piacciono le cose un pò sottovalutate, non sempre capite, o apparentemente complicate da capire, così intensamente geniali ma inspiegabilmente così di nicchia. temo però sempre che lo spessore si sia un pò assottigliato.
cosa chiedere di più? perché non chiedere di più?
e conto le pietre che tengo in tasca, e sono così tante che ho perso il conto. tiro un respiro di sollievo. diventano strada, a volte. c'è qualcuno che bussa. mi tengo l'affetto sincero dei colleghi, la mia barba un pò in disordine, il mio braccio più grande dell'altro. dimentico la cornice e la prospettiva, o le ignoro entrambe. non sopporto le procedure, quando vengono prima del buonsenso, quando non si sa interpretarle, quando diventano rigide e ipocrite, quando sono accettate acriticamente.
il mondo è un gioco a somma zero?
è notte, luci gialle e odore di kebab. non so bene cosa altro dire, sono qui a scrivere un altro post pensieroso senza capo nè coda, farcito di domande senza risposta, che poi son le più belle, del resto. ho voglia di partire. f

csxqp: rino gaetano - "la zappa... il tridente il rastrello la forca l'aratro il falcetto il crivello la vanga"