tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, settembre 19, 2010





% cl : chm = h : in/1,1

quella che vedete qui sopra è la formula del costo del lavoro. ne sono venuto recentemente a conoscenza, mi è sembrata una cosa davvero molto interessante da sapere, e ho pensato che potesse essere utile postarla e condividerla con voi. è la formula che viene usata per decidere se lasciare qualcuno a casa e gioca il suo ruolo in decisioni drastiche e definitive, tipo il rinnovo o meno dei contratti.
è impostata come una semplice proporzione, e dice che la percentuale del costo del lavoro (% cl) sta al costo medio di un'ora (chm) come il numero delle ore (h) sta all'incasso (in) al netto dell'iva (si divide l'incasso per 1,1 se l'iva è al 10%). nel caso specifico del mio lavoro il chm è un valore fisso pari a 14,40 euro, e la percentuale del costo del lavoro non deve mai superare il 25%: valgono quindi le regole delle proporzioni, e per restare al di sotto della percentuale stabilita si riducono le ore utilizzate in base all'incasso netto. la formula non dovrebbe cambiare molto da un'azienda all'altra, se non ovviamente per i parametri di riferimento (% cl e chm) che vengono utilizzati (quindi immagino che vi precipiterete a indagare e scoprire quelli utilizzati per il vostro lavoro, dopo aver letto questo post).
la formula si può dunque scrivere in questo modo:

0,25 ≥ (14,40 * h) / (in/1,1)

secondo me è interessante per almeno due motivi: permette di sapere con un rapido calcolo quanto l'azienda dovrebbe incassare per ogni singola ora di lavoro utilizzata (poco più di 63 euro, in questo caso) per poter rientrare nei costi, e farsi così un'idea, a spanne, di eventuali profitti o perdite generati dal proprio sudore; e permette di rendersi conto dell'enorme differenza fra il costo medio di un'ora di lavoro (appunto 14,40 euro) e la propria retribuzione oraria lorda (la mia è 7,40 euro, su cui poi io pago ulteriori tasse): 7 euro che solo in minima parte mi arrivano in tasca come tredicesime e tfr, e in larga parte finiscono nelle casse dello stato come tasse e contributi previdenziali.

al di là dell'idea di ridurre l'incidenza delle tasse sul costo del lavoro (il cosiddetto cuneo fiscale, che da noi è fra i più alti in europa), penso che soprattutto sia prioritario prendere una parte anche piccola di questi 7 euro e destinarla a risolvere problemi e distorsioni legate ad un mercato del lavoro che non è nè equo nè efficente (bassi salari, alta disoccupazione, precariato imperante, somministrazione selvaggia, lavoro nero, scarsa sicurezza e garanzie), e che certo non aiuta un'economia già di per sè strutturalmente arretrata. forse è solo un'ovvietà, ma mi accorgo spesso con rammarico di come sia un tema sempre più dimenticato dalla discussione politica, e quando mi capita di leggere sui giornali gli articoli riguardanti il lavoro vengo sempre assalito da un misto acre e amaro di sollievo e sconforto. mi pare che occorra una manovra espansiva per rilanciare, prima ancora che l'economia, le certezze. f

csxqp: ned ludd - "che tempi!"