tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

martedì, maggio 24, 2011



negli anni scorsi, fra un giro in Olanda ed una scampagnata in Ungheria, il tfc si è trovato a calcare le vie di Praga, una delle gloriose e misteriose capitali di quella parte d’Europa che la guerra fredda ci aveva celato ma che la storia non aveva mai accantonato… e così fra un ponte (mesto) ed un quartiere (ebraico), fra una tour Eiffel (in miniatura) ed un castello (imponente), fra un krapfen (indigesto) ed un gulasch (squisito), mi sono ritrovato a gironzolare sulle alture di una collina (zizkov), un intreccio di sentieri diretti verso un’unica meta, la statua equestre del patriota boemo (in ristrutturazione), un monumento al cui fianco svettava un’enorme bandiera, oggetto di almeno una ventina di foto, ma alla cui base, fra sacchi di cemento e cumuli di detriti, faceva capolino una montagna di sabbia, e fra questa un rullino… si, un fujifilm 200 superia, una pellicola fotografica, un piccolo tesoro inaspettato… è così dopo essermi guardato alle spalle, aver fatto l’indifferente, aver appurato l’assenza di esseri umani, ho allungato il braccio e l’ho stretto forte in mano, come un rapace con la sua preda, e via in tasca, in attesa di un luogo “sicuro”… vi sembrerà stupido ma ero eccitato, sorpreso, meravigliato, spaventato, elettrizzato, contento… cosa poteva mai contenere? che immagini erano state impresse? persone? luoghi? qualcosa di scabroso? qualche segreto? qualche scampagnata familiare? qualche ritratto? qualche scena di sesso?... e chi le aveva scattate? una persona qualunque? un’anziana coppia? un giovane scapestrato? un famoso artista?

è stato un continuo interrogarsi, un domandarsi che si è protratto per oltre tre anni, forse quattro, anni in cui la sua presenza non è mai stata dimenticata, anzi, è stato più volte oggetto di riflessione: che farne? attendere e rischiare il deterioramento della pellicola? svilupparlo? liberarmene? svelare il mistero? continuare a fantasticare? rischiare una delusione? azzardare una segnalazione alla polizia? In fondo poteva essere tutto come niente, però non avendo fretta, e non volendo privarmi di questa sorpresa, ho preferito sempre rimandare… poi qualche settimana fa mi è capitato di incontrare un’amica fotografa, una ragazza dell’ambiente, un qualcuno cui chiedere consiglio… cosa potevo aspettarmi se non un categorico “sviluppalo! o dallo a me che lo faccio io!”… così, un po’ spinto dall’imminente trasloco che mi imponeva di liberarmi di quante più cose possibili, e un po’ spinto dal fatto che volessi far stampare delle foto ad un laboratorio professionale, mi sono deciso per lo sviluppo... il caso però ha voluto che non fosse ancora il suo tempo, nonostante lo stessi per consegnare alla fine il rullino è rimasto lì dove l’avevo riposto, in tasca.
ma il dado ormai era tratto e così tempo due giorni l’ho affidato all’esselunga ponendo così fine a questo lungo rimandare.
oggi ho ritirato la busta, il mistero è svelato. y

csxqp: the ramones – “dancing with myself”

giovedì, maggio 19, 2011





mi piace ascoltare musica. di più, ne ho fame. mi piace procurarmela in tutti i modi possibili, leciti e illeciti, mi piace scaricarla di peso da mezzi di contrabbando, litigare con i misteriosi meccanismi di prezzo e distribuzione in anonimi megastore multipiano, e curiosare in piccoli negozi dell'usato dove ormai i commessi ti conoscono e ti danno del tu. mi piace fantasticare sui colori e le immagini delle copertine, ascoltare il rumore delle custodie che si addossano le une sulle altre al semplice tocco leggero del dito, tlac tlac tlac tlac tlac, sentire la polvere dei vecchi dischi lambire la punta dei polpastrelli, scoprire all'interno del booklet le piccole tracce di chi l'ha posseduto prima di me, una sottolineatura, una piega, una foto dimenticata. mi piace andare alla caccia del live introvabile, del bootleg clandestino, dell'album fuori catalogo e a volte mi piace perfino incazzarmi perché regolarmente, da nessuna parte, non trovo mai quello che cerco. mi piace l'emozione incontaminata di ascoltare un disco per la prima volta e quella meravigliata di scoprire qualcosa di nuovo, o di duraturo, al centesimo ascolto. mi piace anche farla, la musica, ma non credo che i suoni che escono dalla mia armonica o dal mio ukulele rientrino nella definizione.
penso che ogni canzone che mi piace, come ogni post, sia un piccolo pezzo di vita, e che ogni post, in quanto piccolo pezzo di vita, abbia la sua canzone. così ho sempre trovato piacevole e divertente, e a volte quasi necessario, associare ad ogni post pubblicato sul blog una canzone che lo accompagnasse e ne condividesse intenti atmosfere o circostanze, una musica che risuonando in sottofondo ritmasse nella mia mente la danza delle parole e delle virgole insieme a quella delle mie mani sulla tastiera, una colonna sonora che reggesse il peso e completasse il senso di quello che scrivo, se mai ce n'è uno.
in questi ultimi giorni mi è capitato di vedere una piazza gremita di gente festeggiare la politica con la musica, e di sentire uno di quelli i cui dischi non si trovano veramente mai, a metà fra la nicchia e la leggenda, dire dal palco fra una canzone e l'altra, in un discorso sincero e appassionato, che la musica può davvero cambiare il mondo, può aprire le coscienze, restituire fiducia, unire e migliorare le persone. penso che sia vero. f

csxqp: billy bragg - "the world turned upside down"