tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, novembre 02, 2014


Sono sempre stato affascinato dal mondo militare, da quell'aurea di gloria e onore, fierezza e valore, coraggio e audacia, integrità altruismo ordine rettitudine sacrificio spirito di corpo...
e adesso mi chiedo il perché, perché credo in questa idea romantica, in questo falso mito, in questa terribile idiozia, e perché ho sempre accettato questo sentimento senza pormi domande, quelle domande che invece ora incomincio a farmi. La verità è che provo delle emozioni contrastanti, e riflettendoci le contraddizioni fra ciò che penso ciò che sento ciò che immagino e la realtà non possono che essere innumerevoli ed evidenti.

Recentemente ho visto alcuni documentari sulla seconda guerra mondiale, sul colonialismo, sull’Afghanistan, sui regimi totalitari, e mi sono dovuto ricredere su molte cose, non ultimo l'utilità della guerra.
Penso che ciò che spinge i politici a porre un popolo in conflitto è sempre un interesse. Penso che questo non è accettabile per una cultura, come la nostra, che si vanta di essere democratica e liberale. Penso che l’interesse particolare non può essere una valida ragione per imbracciare un'arma. Penso che non si può uccidere o morire per convenienza. Così, visto che questa convinzione sembra sia generalmente condivisa dall'opinione pubblica, si è incominciato a parlare d’interventi umanitari, di esportare la democrazia, di operazioni di pacificazione, di rendere la libertà agli oppressi… per quanto possa credere a questi nobili ideali mi appare chiaro che comunque si continua a interviene solo là dove c'è un tornaconto e inoltre, alla luce delle recenti esperienze, è evidente l'inutilità di azioni in contesti nazionali dove il popolo, in "favore" del quale si decide di operare, non è pronto a ricevere conservare difendere questi valori. Aggiungerei inoltre che quando i tempi sono maturi il cambiamento avviene senza che sia necessario un intervento esterno. Questo perché ci deve essere innanzitutto una forte consapevolezza/presa di coscienza, una volontà di rottura che deve partire dall’interno, dalle persone, e quindi prescinde da ogni qualsivoglia azione di terze parti.


Ma a parte queste valutazioni, ciò che mi ha spinto a scrivere, che mi ha colpito nel profondo, facendomi riflettere, titubare nelle mie convinzioni, sono le testimonianze dei reduci… sentendoli, vedendo i loro volti, ascoltandone le parole, ho compreso la verità, quello che si nasconde dietro tante mistificazioni, ciò che i film e i giornali non dicono. Non c’è onore, non c’è fierezza eroismo dignità gloria nobiltà audacia munificenza decoro altruismo nella guerra, c’è solo dolore, disperazione, sofferenza prevaricazione fame freddo panico angoscia crudeltà vergogna villania terrore e soprattutto, morte.
E’ facile parlare seduti comodi in poltrona, a centinaia di migliaia di chilometri di distanza, nel tepore di casa, mandando avanti gli altri… eppure si continua a ritenerla necessaria, indispensabile, opportuna, ma si parla troppo senza cognizione di causa, senza sapere cosa significhi, provochi, comporti. Credo cha alla fine, inconsciamente, optare per il servizio civile sia stata la scelta migliore. Credo che il nostro paese dovrebbe rinunciare ad avere un esercito. Credo, infine, che indossare abiti mimetici sia riprovevole perché subdolamente promuovono il militarismo e un’idea distorta della realtà bellica.
Per quanto ne sia irrazionalmente ammaliato, tanto da custodire le medaglie del bisnonno e possedere una maglia dei paracadutisti israeliani, odio la guerra, sia come atto di aggressione che come atto di pacificazione. L'unica lotta che posso accettare è quella di liberazione, null’altro. Cosa ciò significhi è indubbio, ma non per tutti. Il genere umano è abilissimo nel piegare le parole al suo volere, così vi rimando ad un articolo, l’undicesimo della nostra Costituzione…

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Lo so bene che le cose non sono semplici, che non può essere o tutto bianco o tutto nero, e che questi discorsi possano risultare ipocriti e semplicistici, ma basterebbe così poco per vivere in pace che mi domando perché non si riesca ad arginare questa piaga, perché devono sempre essere gli interessi di pochi ad indirizzare l'agire di molti, e perché così tanta gente continui ad alimentare questa follia. y

csxqp: 30 seconds to mars - "this is war"