tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

venerdì, maggio 29, 2015



periodo di schiaffi, e di abbracci.
il buio più nero, e la luce delle stelle.
prigioni di sofferenza, e ubriacature di affetto.
scoprire per la prima volta quanto sia piacevole non essere chiusi ermeticamente, e restare aggrappati all'idea che l'amore sia più forte di ogni cosa. f

csxqp: dire straits - "why worry"

venerdì, maggio 15, 2015



la bici è la mia possibilità di fuga preferita. quando i pensieri si ingarbugliano, si arruffano, si annodano stretti gli uni agli altri tutto intorno al cervello, sento una necessità prepotente di pedalare lontano. lego un capo di questa matassa al punto di partenza e inizio ad allontanarmi, sempre più veloce, senza una meta che non sia improvvisata al momento, cosicché il filo o si dipana dolcemente, oppure si spezza, e spesso è la cosa migliore: non conosco modo altrettanto efficace per districarsi da tutto, ed evadere.
aachen è fatta così, che appena ti allontani dal centro, in qualsiasi direzione, diventa subito campagna: distese di verde e azzurro, cavalli mucche e pecore intenti ad un pigro ruminare, l'odore dolce dell'erba, lo stesso di quand'ero piccolo, e quello dell'estate, carico di promesse. ci sono cose che a milano non facevo da troppo tempo, perdermi nei boschi, sdraiarmi nell'erba, sbirciare il mondo attraverso i fili verdi, sedermi per terra a guardare un tramonto, pisciare al vento dietro un cespuglio.
oggi avevo troppe nubi per la testa e la bici mi ha portato lontano, almeno per un po', al sole. f

csxqp: rein - "l'erba ai lati della strada"

domenica, maggio 03, 2015


scrivo, prima che sia troppo tardi, prima che i ricordi si confondano, prima che le pietre diventino macigni, i metri centimetri, gli attimi minuti…

è la storia di un sabato pomeriggio come altri, in falesia, nel lecchese, ad arrampicare con gli amici. Ero in vetta, in sicurezza, soddisfatto, a godere del panorama, scambiare due parole con una ragazza, salita per una via laterale, e poi l’imprevedibile… il rumore che monta, gli alberi che si scostano, ed io lì, legato a una corda, in cima alla parete, immobile, in attesa che gli eventi mi raggiungano, facendo il loro corso… è un momento, rapido quanto un battito d’ali, in cui cerchi di pensare, reagire, salvarti… le rocce scendono, si portano dietro una parte di bosco, ma sono distanti, almeno una decina di metri. Resto in allerta, attentissimo, scrutando ogni minimo segnale, contando sull’istinto, sperando che tutto finisca presto.
sono incantato, non riesco a distogliere lo sguardo, rapito osservo la marea che avanza, il pericolo che scema… è una forza devastante, violenta, inarrestabile, che tutto travolge, ma è giusto un attimo, perché torna la quiete, e di quanto successo non resta che un fulmineo ricordo.

ho fretta di scendere, devo allontanarmi, chiedo corda, mi faccio calare, velocemente…mi ricongiungo con i compagni di cordata, frasi brevi e concise, l’abbiamo scampata, ci raggiungono altri climbers, stiamo tutti bene, nessuno è stato coinvolto, molti fanno lo zaino e si allontanano, ma non noi. Come la frana è scivolata lungo il pendio così la tensione ci cade di dosso. Saremo incauti e incoscienti, ma decidiamo di rimanere, le giornate sono troppo poche per non viverle fino in fondo, abbiamo l’adrenalina in circolo, paradossalmente siamo felici, e fatalisti, se doveva succedere sarebbe successo, invece siamo ancora qui, andiamo avanti, godiamo di questi ultimi scampoli di sole, e poi giù fino all’auto, verso il bar, l’aperitivo, lo spritz, le chiacchiere…

alla fine non è successo niente, quasi niente. y

clxqp: nicholas o’ connell - “oltre il rischio”