tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

sabato, novembre 28, 2015



so che è colpa mia, che sto invecchiando e che non so stare al passo con i tempi. so che verso la fine del quindicesimo secolo sicuramente qualcuno diceva che le cose scritte a mano sono molto ma molto meglio. so che così sarebbe tutto molto più comodo, che si riducono i costi, i tempi e soprattutto l'impatto ambientale. so che mi sono maledetto, e che continuerò a farlo, ad ogni trasloco. 
sono consapevole di tutte queste cose ma non c'è niente da fare: mi piacciono i colori delle copertine, l'odore della carta e il fruscio delle pagine. mi piace il rito di togliere e rimettere il segnalibro, mi piace il calore di una casa con una libreria piena. mi affascina l'usato e fare congetture su chi abbia letto la mia copia in passato, e poter leggere lo stesso identico libro che ha avuto per le mani mio padre cinquant'anni prima.
ecco, avete vinto sui telefoni intelligenti, ma all'e-book no, non voglio cedere: a volte ho l'impressione che il mondo vada troppo in fretta per me e ho bisogno di opporre piccole ma tenaci sacche di resistenza al progresso. si, so di essere un fottuto nostalgico. f

csxqp: offlaga disco pax - "tatranky"

martedì, novembre 24, 2015


Negli automobilisti ho constatato una certa disinvoltura, non solo quando sono alla giuda, ma anche e soprattutto quando sono fermi, in sosta, parcheggiati, a lato strada, in seconda fila, o negli appositi spazi. Ignorano, non riflettono, o semplicemente se ne fregano, e così estratta la chiave allungano la mano sulla maniglia, e via, aprono la portiera senza farsi domande, senza pensare… al mondo esistono solo loro, e tutti gli altri si dovranno adeguare.
Sono degli scellerati. Questa imperdonabile leggerezza è fonte di innumerevoli incidenti, anche mortali. Mi piacerebbe sensibilizzarli nel fare attenzione, perché questo gesto, apparentemente banale, può distruggere la vita delle persone. E dire che basterebbe così poco per evitare tante tragedie…

E così, come sarà successo anche a voi, amici ciclisti, mi ritrovo, ultimamente spesso, a dover scansare un’improvvisa portiera aperta senza troppi riguardi, riuscendo ad aver salva la pelle solo per fortuna, accortezza, istinto, o meglio, grazie alla mia buona stella. Si, perché è solo questa la ragione per cui adesso sono qui a scriverne, perché quasi ogni volta sono riuscito ad evitare la sportellata, deviando la corsa, ma rischiando di esser travolto dal sopraggiungere delle auto. Queste esperienze mi hanno riportato alla triste realtà dei fatti, e così mi sono fatto più attento, diffidente, guardingo, e adesso osservo bene gli abitacoli, scruto gli occupanti, mi forzo nel rallentare la marcia, e di stare il più possibile distante, cercando di non esser investito del traffico che incombe. Purtroppo però c'è sempre l'imprevisto, e poco più di un mese fa mi sono preso la mia bella dose di dolore. Poteva andare peggio, ma è stata comunque una dura lezione. Il sogno di poter pedalare in sicurezza è definitivamente infranto. Questo piccolo incidente mi ha reso consapevole del mio essere vulnerabile, alla mercé di auto e pedoni, motorini e furgoni. Non sono più così convinto di voler accettare il rischio, e voler continuare a pedalare, in una città che non ti vuole, e che fa di tutto per scoraggiarti. E' il momento di riflettere, e forse smettere. y

clxqp: didier tronchet - "piccolo trattato di ciclosofia"

p.s. caro automobilista, che ti piace fare dell’ironia, io posso salvare il mondo anche un po’ più a destra solo se sopravvivo alla tua colpevole dimenticanza circa il mio diritto di esistere.

martedì, novembre 17, 2015


"bla bla bla"

il vostro parlare è puro intrattenimento, 
sterile e vano, privo di ogni sentimento.
vi affannate nel riempire ogni momento,
senza capire che siete un lamento.
avete un bisogno, colmare il silenzio.

parlate, ma non sapete ascoltare.
privi di umiltà e modestia,
ostentate la vostra superbia,
diventando ignara espressione di ciò che più disprezzate.
contraddizioni viventi
vi illudete d'esser originali e brillanti.
celebrate il vostro ego
dimentichi dell'oblio che vi attende.

le vostre parole non creano, ma distruggono.
vi ascolto e ripenso, 
a quanto mi manchi il silenzio.


si, è stato un brutto fine settimana, di quelli che speri finiscano in fretta. mi illudevo di essermi ritagliato un angolo di paradiso, e mi ritrovo all'inferno, nel girone dantesco in cui tutti hanno qualcosa da dire, qualcosa che gli preme farti sapere, senza però doverti ascoltare. loro sono i protagonisti, le star, i padroni indiscussi della scena. conducono il discorso, illuminano le menti, fanno i simpatici, mentre io mi annoio, scalpito, vorrei fuggire, riappropriarmi di spazi, silenzi, della libertà. i discorsi non tolgono e non aggiungono nulla, non divertono ne edificano, sono semplicemente un fiume di parole, che ti riversano addosso. non soddisfatti perseverano, perché c'è ancora qualche argomento da affrontare, qualche aneddoto da raccontare, qualche dubbio da dissipare (e qualche ora da sperperare), ma a tutto c'è un limite, perché il mondo li reclama, sono attratti da impegni inderogabili, dal tessuto di relazioni cui non possono prescindere, e quindi forse "s'è fatta una certa", forse hanno qualcos'altro da fare, qualcun'altro da ammorbare, forse l'agonia è finita, ma no, c'è ancora tempo per i saluti, in piedi, davanti alla porta o all'uscita del locale... perché privarsi anche di questo momento?

sono esausto, mi hanno privato di ogni energia, ma paziento, perché ci siamo quasi, fra poco tutto questo sarà solo un ricordo, una lezione di vita, a cui ripensare, quando rischierò di ricadere nell'errore, di farmi trascinare, da qualche improvvisata comitiva, in una qualsivoglia uscita, senza arte ne parte, nell'illusione che sarà diverso. y

csxqp: gigi d'agostino - "bla bla bla"