tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, febbraio 01, 2016



scarica il camion, taglia la scatola, apri le buste, togli il cartone, rimuovi l'etichetta, dividi ogni indumento per tipo e colore, di nuovo taglia la scatola, apri le buste, togli il cartone, rimuovi l'etichetta, dividi ogni indumento per tipo e colore, ancora taglia la scatola, apri le buste, togli il cartone, rimuovi l'etichetta, dividi ogni indumento per tipo e colore...
il mio primo lavoro tedesco si dipana più o meno sempre nello stesso modo, la sveglia come uno schiaffo nel buio, il fascino placido e imperturbabile della città ancora addormentata (beata lei) mentre l'attraverso in punta di piedi, e infine il tuffo nel caos, sovrano indisturbato del magazzino, dove ha inizio la mia lotta alienante e apparentemente disperata contro l'entropia e gli imballaggi, accompagnata dal vago senso di colpevole complicità nel maneggiare vestiti cuciti probabilmente con lo sfruttamento.
l'umanità che si può incontrare nelle viscere di un centro commerciale è come sempre sorprendentemente varia e palpitante: c'è lo studente di ingegneria, c'è quello che ha un altro lavoro e vuole arrotondare e quello che un altro lavoro non lo trova, c'è lo scappato di casa e l'anziana signora in pensione che a casa si annoierebbe, ci sono i nuovi immigrati che non parlano bene il tedesco (eccomi) e i figli dei vecchi immigrati che invece parlano solo quello. l'ambiente è in generale molto rilassato e senza pressione, ci sono un contratto una busta paga e un numero di previdenza sociale, e c'è una vaga parvenza di stabilità in un periodo così assurdamente e violentemente incasinato e complesso.
perciò scarico il camion, taglio la scatola, apro le buste, tolgo il cartone, rimuovo l'etichetta, divido ogni indumento per tipo e colore: in attesa di un'occasione più seria e di una lingua appena un po' più fluente sono felice di questa piccolo ma onesto lavoro di infima manovalanza, di questa strana esperienza di passaggio comunque importante, perché lavorare in un paese che non è il proprio, senza conoscerne perfettamente la lingua, resta comunque una piccola impresa, un complicato esercizio di galleggiamento, e sono nonostante tutto fiero di ogni goccia di sudore, di ogni notte spezzata, e di ogni nuova nuova parola che sono riuscito a imparare e a mettere da parte. f

csxqp: otis redding - "(sittin' on) the dock of the bay"