tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

giovedì, giugno 30, 2016



negli ultimi due anni ho avuto occasione di stringere rapporti molto profondi di amicizia con le donne, molto più profondi di quanto mi sia mai accaduto in passato, vai poi a sapere perché. così questo piccolo post è dedicato a loro, alle donne, che sono croce e delizia, forza tenace e complessità senza rimedio, vertiginosa dolcezza e implacabile determinazione, e occhi, che guardano sempre un po' più lontano dei nostri. fragili, sagge e incomprensibili, sono pura bellezza, sognano forte, e sono fatte di quella meraviglia eterna e assoluta, un po' come il calore del sole o il profumo del pane, attraverso la quale, per un attimo, si riesce a sfiorare il senso delle cose. mi inchino davanti ai vostri traguardi e al vostro fascino irresistibile, vi guardo incantato, e perdo il respiro.
sono fra quelli che vorrebbero vedere le donne ai posti di comando, politica, economia, ricerca, e affidare a loro le poche speranze che ci restano di imprimere una svolta alla storia e arrestare il declino del mondo.
questi ultimi due anni sono stati anche i più turbolenti della mia relazione, molto più turbolenti di quanto ci sia mai accaduto in passato. però siamo ancora insieme, e questo significherà pure qualcosa. così questo piccolo post è in realtà dedicato alla mia, di donna, la più forte, la più complessa, la più dolce, la più saggia, la più sognatrice e la più determinata di tutte: spero di esserle sempre accanto, nelle lotte e nei traguardi. è la più croce e la più delizia, fascino e meraviglia senza pari, senso di ogni cosa, curve e idee mozzafiato, incanto senza fine. f

csxqp: jack folla - "ragazza del terzo millennio"

domenica, giugno 19, 2016



gioco perennemente fuori moda, da locali fumosi, per perdigiorno incalliti, il biliardo ha periodicamente fatto la sua comparsa nella mia vita. nei primi anni di liceo, complici alcune inspiegabili apparizioni televisive, io e i miei amici ci siamo appassionati a questo gioco, e abbiamo passato molti pomeriggi cimentandoci nella versione all'italiana, quella con cinque o nove birilli, bevendo sicuramente più punti che birre. poi qualche anno fa, a new york, avendo a disposizione un tavolo nella sala comune della nostra casa, ricordo un'epica sfida durata tre mesi alla meglio delle cento partite con il mio compagno di viaggio, in quella che impropriamente viene chiamata carambola ma che è la specialità all'americana, con le piene, le mezze e la maledetta otto, che finisce spesso in buca prima del previsto e ti fa perdere la partita. ed ora qui in germania, felice riscoperta, è un'ottimo modo per affrontarne le serate del lunghissimo inverno (si, siamo a giugno, ma qui è ancora più o meno inverno), sorseggiando una scura fra un colpo e l'altro. del biliardo mi piacciono i piccoli riti, il gesso sulla punta della stecca prima di ogni spaccata, l'ordine disordinato delle biglie nel triangolo, la strategia che sta dietro alla scelta di ogni colpo, il calcolo sempre impreciso del rimbalzo sulle sponde, gli effetti che non riescono mai, l'alternanza quasi perfetta di colpi straordinari e colossali cappelle che nemmeno michelangelo.
che poi. che poi a dirla tutta la verità è che scrivo di biliardo per non scrivere d'altro, e che il biliardo è uno dei modi che ho escogitato di questi tempi per tenere occupato il cervello, e non lasciarlo pensare troppo. mi obnubilo d'immenso, perché sono le mie ansie quelle che rotolano sul tavolo, e a volte mi sento come se il tavolo fosse troppo grande, la stecca troppo corta, come se non ci fossero buche o birilli e insomma niente, sono fumoso e fuori moda, un perdigiorno incallito, e sto sempre a lamentarmi. f

csxqp: daniele silvestri - "idiota"