tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, settembre 14, 2014

 
"Figli di Scozia siete sicuri che, agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo a urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà."

Avevo sedici anni, la prima e unica volta, in cui abbracciai la terra di Scozia. Fu lì che, non ancora maggiorenne, conobbi la libertà, il vivere senza genitori, protezioni, barriere... furono tre settimane incredibili, giorni in cui cominciai a scoprire me stesso, a relazionarmi con gli altri, ad agire autonomamente... ma non fui solo, avevo un caro amico, e a lui se ne aggiunsero altri quattro, e così, in quella sorta di anarchia controllata che era il campus, ci organizzammo fra calcio, lavanderia, mensa, esplorazioni, discoteca, nottate brave, ragazze... ogni tanto si studiava, e ogni tanto si dormiva, ma era solo un breve intermezzo fra noi e la vita. Fu un momento magico, confuso e irripetibile. Mi trovai a giocare sotto la pioggia, a ballare il limbo, a dichiarare il mio amore, a fare verticali sull'erba, ad ammassare materassi, a discutere, a prendere autobus senza conoscerne la direzione... tutto era importantissimo e irrilevante, fondamentale e futile, essenziale e inutile, secondo la direzione del vento.
Con questo stato d'animo ci avventurammo verso nord. La natura selvaggia e il clima inclemente furono nostre compagne di viaggio. Erano l'una la conseguenza dell'altro, e così ne accettammo ammaliati l'imponenza. Attraversando le Highlands incontrammo la leggenda di Wallace, senza però veramente intuirne la grandezza. Ma non fu tempo sprecato, anzi, proprio lì iniziammo un percorso che ci pose a confronto con lo spirito di questo popolo, ostile e fiero, diffidente e altruista. Il nostro professore ci insegnò l'inno nazionale, che scoprii poi non essere ufficiale, perché non poteva esistere là dove non c'era uno Stato. Quelle parole però mi rimasero in mente, e ancora oggi ricordo con una certa emozione quel grido di rivalsa nei confronti del nemico Inglese. Noi stessi subimmo tutta quest’aggressività repressa, il loro disprezzo, senza mai capirne veramente il perché. Ci scontrammo così con la conflittualità dei giovani, con chi non ha nulla da perdere e molto da guadagnare. Era forse un fuoco destinato ad assopirsi con gli anni, ma in nessun altro paese mi sentii così indesiderato. Nonostante ciò continuo a serbarne un ricordo speciale, un’idea romantica, un'immagine sicuramente falsata dai film, dalla storia, e dalle particolari condizioni in cui vissi quell'esperienza. Le ragioni di questo mio amore incondizionato, altrimenti inspiegabile, sono forse proprio da ricercarsi nella mia stessa natura, nell’emotività, e nell’essere un inguaribile idealista sognatore. Provo un’affinità spirituale che travalica ogni incomprensione.


In questi giorni la Storia batte di nuovo alle loro porte. Sono dinanzi a un bivio, un sogno da molti accarezzato per decenni e da altrettanti temuto. Non entro nel merito delle questioni economiche, politiche, sociali, legate al petrolio, alla moneta, all’adesione all’unione europea, all’assistenzialismo e alla riforma dello stato sociale, ma mi auguro un cambiamento, e se questo avverrà con l'indipendenza tanto meglio. Sarei fiero se il popolo scozzese decidesse di prendere in mano le redini del proprio destino, dimostrando intraprendenza e valore. Per loro auspico un percorso non dissimile da quello intrapreso dai fratelli irlandesi, che con tenacia e sacrificio hanno superato gravi problematiche e difficoltà. Spero in un periodo di emancipazione e rinascita, come lo fu per me quel lontano 1996.
Figli di Scozia, è giunta l’ora, dopo otto secoli. y

csxqp: "the corries - flower of Scotland"