tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, febbraio 24, 2021

 

 

ultimamente mi è capitato abbastanza spesso di guidare il camioncino aziendale, stipato fino all'orlo con quante più biciclette possibile, e di fare la spola fra il magazzino dove ora lavoro e il negozio dove verranno vendute.
in realtà sedermi dietro a un volante è una cosa che solitamente non mi è molto congeniale e che non ho mai fatto troppo volentieri, figuriamoci poi quando si tratta di un mezzo così ingombrante, tuttavia mi sono presto reso conto che ogni tragitto costituisce un piacevole diversivo rispetto alla quotidianità delle incombenze lavorative e delle innumerevoli cose da tenere sotto controllo, una preziosa opportunità di poter fare una pausa dalla routine, quasi una rilassante scampagnata fuori porta. così alla fine sono più che contento di mettermi alla guida, e quando arrivo al negozio mi resta anche il tempo per scambiare due battute e qualche chiacchiera con i vecchi colleghi finché il camioncino si svuota, pronto per tornare indietro e ricominciare un'altra corsa.
mi ricorda molto il periodo in cui in gelateria una volta alla settimana sostituivo con grande piacere il collega che si occupava delle consegne: felice di spezzare la monotonia delle ore dietro al bancone sfrecciavo con il motorino carico di vaschette in giro per la città, senza fretta, lasciandomi cullare dal ronzio, ammirando vie e palazzi, e scoprendo posti in cui non ero mai stato (tutto questo ovviamente quando non pioveva. quando pioveva smadonnavo e basta).
qui il percorso che mi ritrovo a fare, una ventina di minuti circa in assenza di traffico, è a dire il vero sempre lo stesso, ma ugualmente rappresenta una formidabile occasione per liberare i pensieri, lasciarli correre insieme alle ruote, e sgomberare la mente: la larghezza del sedile e del parabrezza, la postazione rialzata rispetto alle auto e il cambio automatico rendono il tutto ancora più rilassante. non facesse irrimediabilmente un freddo porco azzarderei perfino una posa da camionista consumato, mettendo il gomito fuori dal finestrino. mi godo così in tutta tranquillità la pachidermica e imperturbabile lentezza del mezzo, e il paesaggio che mi si srotola davanti, fatto di campi e fabbriche, alberi e cavalcavia, asfalto e nuvole. a volte siamo solo io, il motore, le ruote, e la strada che insegue l'orizzonte senza mai volerlo raggiungere davvero: per un attimo la periferia di aachen diventa il nebraska.
è un po' una costante della mia vita, e un motivo ricorrente dei miei post credo, il cercare e desiderare continuamente questi momenti, ritagliati dal mondo e dalle circostanze, in cui godermi in pace i miei pensieri, a prescindere che il mondo e le circostanze da cui li ritaglio siano particolarmente felici (come in questo periodo) oppure densi di stress e preoccupazioni. mi piace, anzi, di più, sento urgente la necessità, di trovarmi di fronte a qualcosa, che sia la natura o la strada non importa, che faccia quasi da sottofondo attivo al mio pensare, che allo stesso tempo acceleri e ispiri le mie riflessioni, e provi a dar loro il ritmo e l'ordine che, affastellate come sono, sembrano perennemente rifiutare.
immagino che sia una necessità condivisa da molti: aprire una finestra, concedersi il lusso di un respiro a pieni polmoni, cambiare l'aria al caos che ci portiamo dentro. f

csxqp: joe strummer - "gangsterville"