tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, giugno 17, 2009





e così, dopo una laurea, un lungo periodo di lavoro stipendiato soltanto dagli applausi della gente e dai sorrisi delle ragazze e un lungo periodo di infinite preghiere e smisurate bestemmie, incalzato dall'ansia indefinita di essere qualcosa e inframmezzato solo da qualche minuscolo lavoro (rigorosamente in nero) e qualche fregatura, dopo tutto questo, dicevo, la mia prima settimana di lavoro come gelataio. un impercettibile sospiro di sollievo: rieccomi fuori dalla disoccupazione, nella parte produttiva del paese, con un contratto rigorosamente precario e un pò di sana stanchezza in più la sera.
dall'inflazione alla stracciatella, passando per shakespeare: può suonare come un percorso decisamente anomalo ma alla fine, pensandoci bene, non lo è poi così tanto. lo dico senza inutile sarcasmo: mi sembra un percorso per certi versi molto comune e perfettamente coerente con il mondo del lavoro che oggi, in italia, fatica a offrire spazi e opportunità adeguate. ma forse mi sbaglio, queste opportunità ci sono, e sono solo io che non ho ancora imparato a cercarle come si deve.
nel frattempo, questa va bene. comunque che credete, quello del gelataio è un lavoro faticoso, forgiare palline di gelato e impilarle su di un cono è una cosa solo apparentemente semplice ma in realtà maledettamente complessa, che richiede l'apprendimento di una tecnica e ore di duro allenamento. per non parlare dei gusti e della loro multiforme molteplicità: conoscerne ingredienti, composizione, provenienza e ogni variante richiede totale dedizione e uno studio costante, con frequenti corsi di aggiornamento.
scherzi a parte quello che in realtà mi ha colpito è la complessità che si cela dietro il bancone di una gelateria: un piccolo mondo allo stesso tempo caotico e organizzato, fatto di storie, persone, traiettorie, urti, macchie.
a pochi metri da dove mi sono allenato a distribuire gelati mi sono imbattuto sull'asfalto in un'altra delle scritte sulla costituzione che, come ormai sapete, mi piacciono così tanto, e ogni volta mi fanno cadere la mascella per lo stupore e le braccia per la rassegnazione. è l'articolo 36, e visto che questo post nel suo piccolo parla di lavoro lo trascrivo qui (lo so, vi ho già rotto abbastanza con queste scritte, ma perdonatemi ancora una volta): "il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa." non lo trascrivo per fare polemica: forse pecco di ingenuità, ma lo trascrivo perché mi sembra abbia la bellezza perfetta, sincera e commovente, di una poesia riuscita. f

csxqp: the clash - "career opportunities"

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