tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, febbraio 14, 2022

 

 

piccolo post per la mia donna (guai a chiamarla ragazza): lunatica, bisbetica, scorbutica, ma capace quasi senza accorgersene di tenerezza e dolcezza infinite, che mi lasciano sempre senza fiato.
spinosa come un cactus, piedi di azoto liquido, gelosa, insicura, iperbolica, irrequieta, arruffata: è piena di difetti (ne ha quasi quanto me), eppure è anche costantemente tesa (molto più di me) a correggersi e a migliorarsi, levigandoli e smussandoli con la stessa tenacia del vento, o del mare.
passionale, creativa, vulcanica, datele un pugno di lenticchie, o un pezzo di stoffa, e ne farà miracoli. mette cura e amore in ogni gesto quotidiano, ma ha il cervello sempre in ebollizione, come l'acqua per la pasta, perennemente in movimento, in fermento: cuce, scuce, ricuce, e cocciutamente riluce.
è terremoto e riparo allo stesso tempo, non solo è impossibile annoiarsi con lei, ma è anche impossibile che lasci indifferente: in un modo o nell'altro colpisce. schietta, diretta, sincera, non conosce mezzi termini o mezze misure. coccolosa, giocherellona, divertente, ironica, autoironica. uno stupefacente caleidoscopio di colori, abbinati con gusto.
profondamente idealista, sempre pronta a levigare e smussare con la stessa tenacia anche i difetti e le storture del mondo, provando ostinatamente a salvarlo, foss'anche solo un microscopico gesto alla volta.
bellissima, di quella bellezza che finge di temere il tempo, ma sa come fregarlo, e prenderlo in giro. lettrice instancabile, fra le righe del mondo e delle persone. complessa, aggrovigliata, teatrale, sensibile. in una parola: affascinante, come la prima volta che gliel'ho detto. semplicemente fondamentale, come la farina, o il senso dell'umorismo.
buon san valentino e buon onomastico: grazie per questo meraviglioso spettacolo, e per tutte le volte che mi fai ridere il cuore. f

csxqp: billy bragg - "you make me brave" 

sabato, febbraio 05, 2022


Periodo di attesa, con la prospettiva, o quantomeno la speranza, che nel futuro ci sarà qualcosa di importante a cui dedicare tempo ed energie. Mi sento come se fossi in panchina, aspettando la chiamata dell’allenatore, l’invito ad entrare in campo, per partecipare al gioco, e dare così un senso alla mia presenza. Sempre più spesso mi rammarico del mio immobilismo, soprattutto in questo periodo, in cui sono libero da obblighi e impegni, dolori e preoccupazioni, perché ho un’opportunità che non durerà in eterno. Sono consapevole che all’orizzonte ci sono delle responsabilità che mi reclamano, e quando sarà il momento dovrò essere pronto e disponibile, ma non è ancora quel giorno, posso ancora permettimi di organizzare (e conoscendomi sperperare) il tempo extra lavorativo, un privilegio raro, che rischio di non saper gestire adeguatamente, offrendo il fianco ai rimpianti.

I ragazzi davano sostanza ai miei fine settimana, organizzavano il tempo, permettendomi una vita confortevole da gregario, perennemente in scia, al riparo. Ma nulla è immutabile, in questi mesi i loro programmi di vita sono cambiati, e di riflesso anche i miei. La nuova realtà con cui mi devo confrontare è l’assenza, un vuoto ma anche una ricchezza, un’arma a doppio taglio, capace di mettermi davanti alle mie croniche mancanze. L’assenza è innanzitutto libertà, mi ha regalato tempo e spazio, per coltivare passioni, seguire ispirazioni e desideri, ma è anche inquietudine, perché mi ha reso consapevole che del tempo spesso non so cosa farmene, e che perlopiù lo sto sprecando futilmente. Inizio a credere che tutto ciò a cui mi sono dedicato finora non è più abbastanza, non è sufficiente a considerare la vita pienamente vissuta. Ci deve essere dell’altro. Uscire in bici, leggere, utilizzare i social, pranzare con i miei, le cene con gli amici, i giri in montagna… è questa la vita che voglio e a cui aspiro? La vita è un progetto da realizzare, va plasmata, e mi sembra di non avere ancora iniziato. Sono una storia ancora da scrivere, un foglio bianco, o quasi, con pochi tratti appena accennati, ai margini, ancora incapaci di far nascere una trama, ma abbastanza decisi da avermi guidato fino a qui.

Ho quarantatré anni, nella migliore delle ipotesi sono arrivato a metà della mia esistenza, in teoria dovrei lasciarmi alle spalle il periodo più glorioso e costruttivo, invece mi sembra di non aver combinato ancora nulla, eterno adolescente in attesa di una svolta. Mi rendo conto che vivo alla giornata, senza un progetto, senza un obiettivo da seguire, senza un sogno da realizzare. Non faccio nulla per cambiare, temporeggio, quasi non fossi in grado di indirizzare la vita, darle uno scopo, e un senso. Ho scelto la via facile, quella dell’attesa, e la cosa a quanto pare mi va bene così. Mi dovrei impegnare di più? Forse, ma non so in cosa, e se anche lo sapessi probabilmente non ne avrei l’energia né la voglia. Qualcosa mi sveglierà dal torpore? Sentirò ancora ardere il cuore? L’entusiasmo di vivere tornerà a pervadere il mio corpo?

Forse guardo troppo a quello che manca, e non capisco la ricchezza di quello che ho. Forse è la mia parte malinconica ed eternamente insoddisfatta a parlare, a soffocare e sminuire quanto costruito in questi anni. Forse è stato un inverno pesante e le pressioni lavorative non mi hanno aiutato a vedere la luce là dove le giornate sono dominate dal buio. Sarà.
Così aspetto, come se fossi in riva al fiume, guardando l’acqua scorrere, nell’attesa che una barca passi e mi carichi a bordo, per dare il via a quello che sarà il mio viaggio, e la mia storia.

clxqp: penguin books - "i know i'm wasting my life but..."