tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

sabato, giugno 20, 2009





i concerti danno completezza alla musica. ti permettono di ascoltare le canzoni in una veste comunque diversa, ne esaltano le rotondità o le spigolosità. ti consentono di dire "io c'ero". ma alcuni suoni, alcuni testi, alcune canzoni mi appartengono così profondamente (e così inspiegabilmente, dopo tutto) che a volte la musica dal vivo è semplicemente solo un modo per toccare con mano la magia, soppesarne la consistenza, e grattarne via un pò dalla superficie per mettersela in tasca.
il pubblico del palasharp non era certo quello delle grandi occasioni, sabato scorso. ma per le poche centinaia di persone accorse lì con me era sicuramente un'occasione di quelle immense, irripetibili, irrinunciabili. sinceramente non pensavo che sarei mai riuscito a vederli, a meno di organizzare una apposita trasferta a dublino, o a glasgow, o a londra, dove capita che suonino ogni tanto. e invece, incredibilmente, eccoli a milano: così sono corso qui, da solo, facendomi spostare un turno dopo neanche una settimana di lavoro, stipato in mezzo a svariate magliette verdi, odore di birra, sudore, qualche bandiera irlandese, pronto dunque a essere parte della magia, e a toccarla con mano. così come per gli slf qualche tempo fa, leggenda e folgorazione.
"anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perché" cantava guccini in una vecchia canzone. ora immaginate un personaggio davvero brutto, pericolosamente barcollante, un pò deforme, con il fegato visibilmente ingrossato, senza denti, un bicchiere di qualcosa di molto alcolico in mano, la sigaretta accesa e l'aria di chi, visibilmente ubriaco, non sa bene dove si trovi o cosa stia per succedere. fatto? orrendo, vero? già che ci siete immaginatelo ornato da un vistoso orecchino che gli dà un'aria un pò sinistra (come se non bastasse tutto il resto) e piratesca. ora immaginate la sua ciurma, un'accozzaglia di strani personaggi pittoreschi con degli improbabili strumenti in mano (un banjo, un flauto, una fisarmonica). noi, pigiati sotto, ci prepariamo all'arrembaggio.
se siete riusciti a immaginare tutto questo avrete shane macgowan e i pogues al gran completo: sgangherati, fracassoni e un pò folli, semplicemente uno dei gruppi che più abbia visceralmente amato da quando ascolto musica.
l'arrembaggio parte con "streams of whiskey" (guarda caso...) e si comincia a saltare, e poi una via l'altra si alternano canzoni frenetiche ("if i should fall from grace with god", la cupa "turkish song of the damned", e "greenland whale fisheries" davvero trascinante) e pezzi più lenti e d'atmosfera (la delicata "kitty" che non mi sarei mai aspettato, la struggente "dirty old town", immancabile).
la voce del pirata è rauca e impastata, ancora ispirata e potente come quella degli esordi, e le sue urla scomposte a metà canzone sono le stesse di un tempo. la musica è un bicchiere levato al cielo d'irlanda e alle nuvole gonfie. il rock, il punk e il folk si fondono e si fanno cosa sola. "the sunny side of the street" è una delle mie canzoni preferite e prepara degnamente il crescendo finale: "the sick bed of cuchulainn", la sfrenata "sally maclennane" che mi ha fatto innamorare di questa musica, la dolce "rainy day in soho", fino al gran finale, quel capolavoro di assurda anarchia che è "fiesta", dove darsi delle gran botte in testa con un vassoio è il modo per tenere il tempo, in questo pezzo così perfetto per una rissa da saloon in un film western.
la fine del concerto mi ha lasciato nuovamente folgorato e ancora incredulo, perchè sono riuscito a veder suonare uno dei miei gruppi preferiti e perché shane macgowan è riuscito miracolosamente a rimanere, fino alla fine, in piedi. f

csxqp: the pogues - "sally maclennane"

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page