tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, giugno 26, 2022

 

 

circa un anno e mezzo fa scrissi un post sulla mia impronta ecologica, e sui miei volenterosi e forse velleitari propositi per cercare di ridurne la profondità. non so davvero dire se a conti fatti ci sono riuscito o meno (se mai qualcuno se lo stesse chiedendo), a rendere il mio peso che grava sul pianeta un po' meno insostenibile, quello che so è che ora sono diventate due le nipotine a cui vorrei lasciare un mondo non del tutto invivibile quando saranno grandi, e che vale la pena per loro di raddoppiare gli sforzi per ridurre il mio impatto ambientale. perciò mi piace l'idea di aggiornare quel post annotando alcuni piccoli gesti che nel corso di questi mesi sono riuscito a far miei, inserendoli nella mia quotidianità e affiancandoli a quelli utili alla causa che già mi sforzavo di compiere (una buona parte del merito, devo riconoscerlo, va a v che, sempre molto sensibile al tema, è allo stesso tempo assillo e sprone al miglioramento).
ho ridotto moltissimo ad esempio il consumo di carne, e contemporaneamente aumentato a dismisura quello di legumi. non sono in grado di rinunciarvi completamente (la salsiccia sulla pizza è sacra), ma mi rendo conto di avere bisogno sempre meno della carne, e che mi capita sempre più spesso di desiderare più intensamente un piatto di lenticchie che un panino al salame.
sul fronte della riduzione della plastica devo ammettere che c'è sicuramente molto margine di miglioramento, perché l'utilizzo della plastica in molte occasioni è praticamente inevitabile (qualcuno sa spiegarmi perché diavolo la frutta sfusa costa sempre il doppio di quella impacchettata e avvolta nel cellophane?), però ora mi lavo usando esclusivamente shampoo e bagnoschiuma solidi, in forma di saponetta, e il mio prossimo spazzolino sarà in bambù, con le testine intercambiabili. a proposito di lavarsi, ho imparato a fare docce sensibilmente più corte, e fra tutti i buoni propositi questo era davvero quello su cui avrei scommesso di meno.
infine va detto che in quest'anno e mezzo ho utilizzato moltissimo tutti gli strumenti a disposizione per dare nuova vita agli oggetti, evitando che qualcosa di ancora utile e funzionante possa essere sprecato, e prodotto nuovamente. così ho donato invece di buttare, ho comprato cose usate e ne vendute o regalate altre, reimmettendole in un circuito dell'usato e dello scambio che qui è più che mai fiorente. ho addirittura anche vinto la mia cocciuta (e immotivata) resistenza verso i vestiti usati, e le ultime paia di jeans che hanno fatto il loro ingresso nel mio armadio hanno avuto un altro proprietario prima di me.
è certamente tutto molto bello, e mi piace registrare non solo quanto sia stato tutto sommato facile trasformare questi piccoli gesti in abitudini e introdurli nella mia quotidianità, ma anche quanto il posto in cui vivo tenda probabilmente a facilitare questi comportamenti. però devo aggiungere una domanda a quelle che, ancora senza risposta, chiudevano il post di allora: hanno davvero un senso concreto, tutti questi piccoli sforzi di salvare il pianeta?
a volte mi pare che il transatlantico sul quale viaggiamo abbia già urtato l'iceberg (l'ultimo rimasto, probabilmente) e che milioni di piccoli gesti che si dannano per riciclare e salvare risorse non siano altro che milioni di cucchiaini che tentano di spalare l'acqua che stiamo imbarcando, che ha già invaso la stiva e il ponte di coperta, sfondando le paratie. spesso mi scopro a lasciare da parte il mio proverbiale ottimismo, e a pensare che non ci siano molte possibilità di evitare il disastro: non smetterò certo di provarci, a dare il mio contributo, ma ho paura che quando capiremo la necessità di un cambiamento di rotta, quando metteremo da parte l'ossessione per la crescita economica e i confini nazionali, quando finalmente ci saranno otto miliardi di cucchiaini a darsi da fare, sarà semplicemente troppo tardi. f

csxqp: beans on toast - "bamboo toothbrush"