tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

giovedì, febbraio 28, 2019



sul tavolo della mia cucina giace da ormai qualche settimana un foglietto dove sopra ho scarabocchiato: scrivere!, a metà fra un promemoria e un imperativo. forse davvero scrivere è una questione di disciplina, ma a pensarci bene non è una cosa che posso dimenticarmi di fare, e nemmeno un'incombenza da inserire nella lista delle cose da sbrigare: è più che altro la mancanza di tempo, ad aver tenuto in quest'ultimo periodo la mia (poca) creatività e le mie dita lontane dalla tastiera: tante cose da fare, molti amici con cui condividerle, e troppe incredibili giornate di sole e caldo fuori stagione che non potevano non essere sfruttate. non è certo la prima volta, e ovviamente non sarà nemmeno l'ultima, che trascuro un po' il blog, e meno male che c'è stato y a tenerlo vivo e a riempirne le pagine. ma non temete (anzi, temete), ho già un sacco di idee per i prossimi sproloqui, e il progetto di scrivere qualcosa di più lungo di un post è sempre lì che frulla, nell'eterna attesa di spiegare le ali.
però in effetti ridendo e scherzando anche febbraio è già finito, è stato bello e intenso e non mi pare giusto lasciarlo senza un post, così ho deciso di ritagliare uno scampolo di tempo, approfittando del leggero ticchettio di una grigia pioggia complice, e buttare giù di getto quello che viene, senza nemmeno rileggerlo o correggerlo troppo, non importa se poi sarà bello o meno (non lo sarà): una piccola colata di cemento a presa rapida, tenuta su da un po' di determinazione (poca, pure quella) e svariate tazzine di caffè.
ecco, saranno solo poche righe disordinate, una fotografia mossa, a cui affidare la filigrana di un'impressione: è un periodo stranamente positivo, questo, sopratutto se paragonato allo stesso momento di un anno fa, probabilmente solo per pura combinazione di eventi, o forse perché semplicemente la decisione di smettere di pensare troppo non è tutto sommato una cattiva idea. non è tanto vivere alla giornata, perché in realtà progetti disparati e propositi ambiziosi si affastellano come sempre senza sosta, quanto piuttosto cercare di ridurre al minimo il quantitativo di paranoie e inutili autocensure (e conoscendo il soggetto, non mi sembra affatto cosa da poco).
certo, sono come sempre dilaniato da tumultuose dicotomie interiori, e una parte di me vorrebbe sempre quello che l'altra parte vorrebbe lasciar perdere, ma insomma, mi diverte osservarle mentre si sfidano a colpi di desideri sfrenati e presunta saggezza, e cerco di prendere il buono da entrambe, senza mai soffocare la prima e ascoltando le ragioni della seconda, quando ci sono.
mi stupisco di come la meraviglia delle cose non smetta di stupirmi, quella che alla fine di ogni giro di giostra ti fa desiderare il successivo, e mi stupisco di come abbia imparato a piantare semi, imperterrito, e provarci, incurante del fatto che possano non germogliare.
mi stupisco anche che sia venuto fuori un post non dico decente ma almeno vagamente leggibile! f

csxqp: frank turner - "recovery"

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