tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

martedì, luglio 09, 2019


a giugno c'è stato un momento in cui le ragazze, i soldi, il lavoro, semplicemente non esistevano, in cui l'unico pensiero era il respiro, le gambe, l'avversario che avevamo di fronte. un attimo in cui nulla aveva importanza, né gli sguardi della gente, né il sole cocente, né lo sporco sul terreno. un istante in cui abbiamo messo in pausa la vita e siamo diventati artefici del nostro presente, in cui abbiamo sperimentato l'imponderabile, assaporando la libertà, la gioia di vivere, l'euforia di esserci. ci siamo fatti guidare dall'istinto, da un guizzo, da un'intuizione. ci siamo abbandonati senza remore alla convinzione che nulla ci fosse precluso.

io e fede, una pallina di carta, del nastro adesivo per tenerla insieme e due zaini. questo è stato sufficiente per rendere un ozioso pomeriggio memorabile, al mercato di Belgrado, fra le bancarelle spoglie, abbandonate da chi aveva terminato l'ennesima dura giornata di lavoro. e noi li, a petto nudo, spavaldi, insolenti, caciaroni, a tirare due calci a della carta, come ragazzini nella strada sotto casa. abbiamo riso e sudato, scherzato e scalciato, beandoci di questo spettacolo, dell'essere fuori contesto, inaspettatamente felici. abbiamo cambiato le regole, rotto gli schemi, e qualcuno osservandoci ha capito, ci ha sorriso, ha cercato di scambiare due parole, per comprendere quella realtà tanto differente da come l'avevano sempre sperimentata. è stato stupendo, non eravamo più due stranieri in un paese lontano, né due folli, ma due sognatori che con la loro semplicità tendevano una mano al mondo che li circondava. ripensandoci spero che quel momento abbia lasciato un segno, mi auguro di aver strappato qualche sorriso e che qualcuno ci ricordi con simpatia, come quei due italiani che in un torrido pomeriggio di inizio estate presero della spazzatura e la trasformarono in gioia, dando così un senso ad una giornata qualunque. y

csxqp: calcutta - "sorriso"

ps: per la cronaca l'esito della sfida mi ha visto sconfitto, ai rigori.