tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, gennaio 14, 2018



le pareti mi sembrano lunghissime e senza punti di riferimento, mentre le tasto disperatamente alla cieca, sbattendo sugli spigoli, senza che mi si palesi il senso di tutto questo sgangherato arrabattarsi. come se non bastasse ultimamente mi sembra di invidiare più del solito quelli che in qualche modo sono sempre a proprio agio con se stessi e con lo scorrere degli eventi, quelli che sanno vestirsi e possiedono il senso pratico delle cose: io invece di solito tendo a perdere i treni che mi passano sotto il naso perché lo tengo perennemente rivolto all'insù, mentre cerco di leggere il cielo e dare i nomi alle stelle, come se aldebaran o perseo potessero davvero spiegarmi qualcosa.
cioccolata.
sonno.
immaturità.
tuttavia ci provo, e compilo vaghi propositi non solo per l'anno nuovo (ovviamente in ritardo: non è un buon inizio), ma per ogni giorno nuovo, propositi che mi preparo puntualmente a rimandare:
1.scrivere (anche se poi non so bene cosa, ma in ogni caso scrivere),
2.mangiare più insalata e meno unghie,
3.trovarlo, quel maledetto interruttore.
a cui aggiungerei:
4.fare meno liste, che servono solo a illudermi di avere le cose sotto controllo.
forse il trucco sta semplicemente nell'aprire la porta e uscire, la luna in fondo è abbastanza luminosa, dovrei semplicemente lasciar perdere la comodità dei muri e delle abitudini, e in qualche modo
5.intraprendere tragitti, compiere e intersecare traiettorie, e attraversare confini.
ma è faticoso, e io sono maledettamente pigro, e poi questo è un periodo un po' sperso e sfocato, come una foto venuta male che malgrado tutto non riesco a buttar via.
energia (poca).
evoluzione (degli altri).
film (brutti).
ecco, non riesco a togliermi di dosso in questi giorni una sensazione strana e indecifrabile, come di un periodo che sia definitivamente finito, senza che ne sia cominciato davvero un altro. e poi niente, tutto qui, parole e frasi sconnesse e un po' lamentose, che non riesco nemmeno a mettere insieme in qualcosa di vagamente coerente e leggibile: prima o poi verranno post migliori, lo prometto. che poi ora che rileggo tutto mi vien quasi da ridere a pensare a quanto sia (prima e terza persona insieme) tremendamente stupido e inconcludente.
ansia.
disordine.
pioggia.
vorrei tanto avere i pensieri sgarbugliati, anche solo per un secondo, per sapere come ci si sente. f

csxqp: nina simone - "stars"

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