tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, luglio 18, 2021


 

quindici anni fa la vittoria del mondiale venne ampiamente celebrata su questo blog, ricordo che comparvero pippo inzaghi, la gazzetta, la coppa e un acceso dibattito sul concetto di patriottismo. oggi siamo cresciuti, non siamo più dei ragazzini (ma non lo eravamo neanche allora, in effetti), ma mi pare lo stesso doveroso festeggiare la recente vittoria agli europei aggiungendo questa figurina al nostro album (quello nella foto non è chiellini ma carlo magno, che ha giustamente rinunciato per un attimo alla sua solenne compostezza per lasciarsi andare all'euforia della festa). al di là di certe deplorevoli sceneggiate in campo e la totale incapacità, ridicola e grottesca prima ancora che vigliacca, di prendere posizione su temi importanti, al di là di questo mi è sembrata la vittoria meritata di una bella squadra, e ho esultato molto. ho tirato fuori dall'armadio un vecchio tricolore liso e consunto risalente a italia 90, e ho rivisto il me ragazzino felice per i gol di schillaci. mi sono anche preso un sacco di complimenti da tutti i colleghi, soprattutto tedeschi, che mi hanno fatto le loro più sentite congratulazioni per la vittoria, quasi che fossi stato io a scendere in campo a wembley. io, invece, lo ammetto, ho goduto molto quando la germania è uscita (per non parlare di quando è stata eliminata la francia), e mi è venuto il sospetto che forse il concetto di gufare è una prerogativa soltanto italiana, che fa parte di tutta una serie di vizi, idiosincrasie, inclinazioni e abitudini nostrane che nel bene e nel male accompagnano i miei comportamenti, e che vengono resi ancora più evidenti dal fatto di vivere all'estero.
penso a quando mi sorprendo a gesticolare durante le discussioni, ad esempio (ne ho avuta recentemente una molto accesa con una collega che insisteva ad attribuirmi colpe che non avevo: lo spettacolo di me che mi sbracciavo e della mia interlocutrice immobile e impassibile dev'essere sembrato, da fuori, sicuramente molto buffo), oppure alla mia tendenza ad attraversare con il rosso quando non si vedono macchine in giro (ma sto cercando di smettere, giuro). mi viene in mente la costante allerta per cercare di non essere fregato dal prossimo (mi scoccia da morire lasciare qualcosa di valore in macchina, anche nel più remoto e tranquillo paesino olandese dove l'ultimo reato risale probabilmente a trent'anni prima), o lo stupore quando ti accorgi che l'allerta del prossimo è abituata ad essere così bassa che, se solo volessi, potresti fregarlo tu. penso a quel disperato bisogno di cercare nel cibo il conforto privilegiato alla nostalgia, alla gioia quando nei supermercati si trova cibo italiano particolare, o in offerta (che ad esempio ti spinge a comprare, compulsivamente, sei scamorze affumicate o undici chili di penne integrali) o all'orgoglio di migliorare ricetta e tecniche della propria pizza fatta in casa fino a renderla praticamente perfetta.
così anche questa volta la vittoria della nazionale si porta dietro una riflessione patriottica, forse un po' banale, ma molto sentita: sono felice di constatare che nonostante gli ormai molti anni di vita all'estero, nel cuore dell'europa multiculturale, nonostante la distanza da casa, nonostante il mio aspetto, che porta chi ancora non mi conosce ad affibbiarmi le più disparate nazionalità (irlandese quella più gettonata), nonostante tutto questo il mio essere e sentirmi italiano non se ne va, proprio come il mio accento quando parlo in tedesco, anzi, emerge con maggior vigore.
per fortuna (e in alcuni casi purtroppo) non se ne andrà mai, e sarà sempre parte inscindibile di quello che sono. f

cvxqp: ritals - prima stagione