tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, maggio 24, 2023


C’è qualcosa che io e Zerocalcare abbiamo in comune. Immagino cosa state pensando, perché vi vedo sorridere, ma siete fuori strada. Non è l’essere sociopatici e disadattati, e neanche l’essere dei maledetti timidi, ma una cosa meno evidente, che ho scoperto solo recentemente, attraverso una sua storia su Instagram, ovvero la passione per Lansdale. Sto parlando di uno scrittore statunitense, sconosciuto ai più, che leggo con entusiasmo e gioia ormai da due decenni, dal giorno in cui alla radio sentii un brano estratto da un suo romanzo, ascolto che mi colpì a tal punto da spingermi a leggerne il libro. “Bad Chili”, questo il titolo che mi stregò, che mi convinse e mi trascinò fiducioso e pieno di aspettative nella produzione letteraria di Lansdale. Ad oggi posso affermare di non esserne mai rimasto deluso, e nonostante non consideri tutte le sue opere dei capolavori, e nonostante qualche slancio creativo mi abbia fatto storcere il naso, per quelli che sono i miei parametri / gusti lo ritengo inarrivabile. 
Perché un testo mi possa piacere sono necessarie due cose: la scorrevolezza e il soggetto. Quest’ultimo è importante, ma se devo essere sincero puoi anche avere l’idea più brillante e originale del mondo ma se la lettura è macchinosa, faticosa o lenta, non riuscirai mai a farmi apprezzare veramente la storia. Il pregio di Lansdale è che riesce a conciliare questi due aspetti in maniera tanto naturale da risultare disarmante. Ha una capacità, una ricchezza e un talento sbalorditivi. La sua produzione letteraria può essere riassunta in due filoni principali. Uno noir, ambientato nel Texas, spesso negli anni ‘30, nel periodo della grande depressione, con trame sempre differenti e personaggi ben caratterizzati. Sono storie fondamentalmente oscure, malvagie, fatte di violenza e disagio, dolore e morte, ma senza mai cadere nel cruento o nel macabro. Parla degli ultimi, di chi vive ai margini, di chi non è riuscito ad inserirsi nella società, o di chi si è ritrovato a crescere in una qualche periferia, o in un contesto rurale duro e privo di affetti. Parla di ingiustizia, di prevaricazione e prepotenza. Della fine dei sogni, della perdita della speranza, della dura realtà che uccide ogni illusione. Ci si muove fra vittime e carnefici, assassini e vagabondi, rapinatori e truffatori, cacciatori di taglie e sbandati, giornalisti ed ex militari, tutori della legge corrotti e giovani malviventi, ma anche fra fattorie e alligatori, paludi e boschi, razzismo e solidarietà, conflitti sociali e vendetta, passioni, droga, soldi, ma soprattutto vendetta. E poi c’è il cosiddetto filone di Hap e Leonard, dal nome dei due protagonisti. Una serie di libri divertenti e carichi di ironia ambientanti nel Texas dei giorni nostri, che raccontano le avventure di questi due improbabili amici che condividono un forte senso di giustizia, metodi spicci e discutibili, e la capacità senza pari di andarsi a mettere nei guai. Uno è bianco, etero e riflessivo, premuroso e conservatore. L'altro è nero, gay, sveglio ma irruento, appassionato di folk, biscotti alla vaniglia e Dr. Pepper. È un liberale, vota repubblicano e non sa tenere la lingua freno, e neanche le mani. Per caso o per convinzione si trovano sempre immischiati in qualche guaio, o ad indagare su qualche storia losca, dalla quale ne usciranno inevitabilmente malconci ma con successo, seguendo un’etica tutta loro, che gli permetterà di essere in pace con la coscienza. Questi libri li attendo come si aspetta il natale. Nel corso degli anni ho fatto sforzi incredibili per impedirmi di leggerli tutti subito, e sono riuscito pazientemente a centellinarli. Mi hanno sempre strappato un sorriso, una risata, e sapere che il futuro mi regalerà altre loro storie mi riempie di una gioia immensa. 
Ma una delle cose più sorprendenti che Lansdale è riuscito a fare è modificare l’idea del Texas che mi ero costruito negli anni. Mi ha regalato l’immagine di uno stato che non è solo quello del selvaggio west, caldo e desertico, colmo di petrolio e cimiteri d’auto, ma anche di un luogo ricco di vegetazione, foreste, laghi e fiumi, dove la temperatura può scendere fino a farti congelare. E' stata una sorpresa, e a chiunque lo racconti l'effetto di stupore e incredulità è lo stesso.

Lansdale è uno scrittore intelligente, creativo e acuto. È metodico e prolifico, sai quello che potrai trovare fra le sue pagine, e hai la certezza che un libro all’anno l’avrai. È una garanzia, nella forma e nella sostanza, e una volta conosciuto non potrai che apprestarti alla lettura con fiducia, con la sicurezza che non ne rimarrai deluso. E se lo dice anche Zerocalcare allora potete crederci! y 

clxqp: joe r. lansdale - “il mambo degli orsi”  

domenica, maggio 14, 2023

 

(autoritratto di artista incapace con cesso chimico sullo sfondo)

 

mi ci è voluto un po' per riprendermi dalla delusione del fallito esperimento fotografico di qualche anno fa, ma alla fine il desiderio di riprovarci ha avuto la meglio sul timore di un nuovo fallimento: dopo molti tentennamenti mi sono deciso a comprare un altro rullino e l'ho fatto inserire nella macchina in un negozio specializzato, in modo da escludere l'incompetenza del principiante dalle variabili in gioco. ho fatto compiere questa delicata operazione in un negozio peraltro davvero affascinante, nelle cui vetrine, esposte accanto agli ultimi modelli, fanno bella mostra di sé alcune interessantissime macchine d'epoca, veri e propri reperti archeologici del tardo pleistocene, che spesso mi incanto a guardare le volte che ci passo davanti. mi sono incaponito con il bianco e nero, a distanza di anni è un'idea che mi piace ancora: la fama di essere irrimediabilmente analogico e fuori dal tempo ormai non me la toglie più nessuno, e se devo flirtare col passato tanto vale farlo fino in fondo.
armato così di nuova pellicola, imperturbabile pazienza e rinnovato entusiasmo ho aspettato gli sprazzi di bel tempo concessi da un clima sempre più capriccioso e ho rifatto più o meno gli stessi giri della prima volta, scattando a zonzo per la città nei posti che mi sembrano più fotogenici, o che mi sono più cari, lasciandomi spesso ispirare dall'estro del momento e facendo attenzione che il piccolo semaforo all'interno della macchina mi desse il via libera con la sua piccola luce verde. infine, dopo alcune settimane, finito il rullino, l'ho fatto rimuovere nello stesso negozio, e ne ho atteso con trepidazione lo sviluppo, molto contento di aver fatto questo ulteriore tentativo, ma in cuor mio con la speranza ridotta al lumicino: figuriamoci se una macchina così vecchia, inutilizzata da così tanto tempo, può mai funzionare, ma cosa mi viene in mente, sono il solito illuso, irriducibile e irrealistico sognatore.
e invece la mia testardaggine è stata premiata, e ci fu davvero la mia inesperienza all'origine di quel primo fiasco: questa volta le foto, incredibilmente, sono venute. no, non dico venute bene, questo no, ma venute fuori, ecco: sono spesso storte, ingenue, sfocate, sottoesposte, ma ci sono, sono lì, e mi rendono felice. mio padre sarebbe felice pure lui, e sono sicuro che condividerebbe appieno la mia meraviglia per le cose che dopo quasi cinquant'anni funzionano ancora.

 

 

sono poi tornato al negozio e ho già fatto mettere il rullino regalatomi da lorenz, ora il prossimo passo sarà quello di imparare quello che c'è da imparare, mi riferisco soprattutto alla sacra trinità delle impostazioni fotografiche, credo sarà fondamentale capirne il funzionamento, e a pensarci bene anche saper mettere e togliere i rullini da solo è una cosa di cui prima o poi devo venire a capo. dopodiché non mi resta che uscire e scattare, immortalare tutto ciò che mi passa per la testa, migliorare le foto che ho già fatto e aggiungere i luoghi e i soggetti che amo e che ancora mancano all'appello, chissà che qualche foto prima o poi non venga bene. temo stia nascendo una nuova passione! f

csxqp: roberto vecchioni - "l'uomo che si gioca il cielo a dadi"