tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, settembre 02, 2018



superando quel punto dove si annidano i pensieri cattivi, le paranoie inutili e le paure immotivate, più altri gangli e sinapsi simili che andrebbero estirpati come la gramigna, superando quel punto dicevo, girando poi a sinistra quando incontrate il tavolino dove i miei tre neuroni sono intenti a giocare a carte (col morto) e proseguendo un po' più avanti fra i meandri gelatinosi del mio cervello, dove la materia assume un po' tutti i colori tranne il grigio, ecco, accanto al comodino dei rimpianti e al cassettone delle cose di cui non vado fiero, potete trovarlo là, l'armadio delle cose negative. è in legno massello di quercia e ha le maniglie d'ottone, un po' tarlato forse, ma molto solido e spazioso.
rinchiudo al suo interno, buttandole dentro alla rinfusa e il più velocemente possibile, le cose che non riesco a far funzionare, i piccoli e grandi crucci, le sconfitte, le cose che non vanno come dovrebbero, le speranze rivelatesi vane, qualche senso di colpa, qualche torto subito, recriminazioni assortite, le microscopiche amarezze e i giramenti di coglioni epocali. insomma, non appena una cosa negativa comincia a riflettersi sullo specchio della mia esistenza tendo a prenderla di peso e a gettarla dentro l'armadio, un po' per illudermi di poterla così dimenticare in fretta, come se questa fosse una soluzione, e un po' per cercare di restare fedele alla mia proverbiale immagine di persona fondamentalmente positiva e solare, incrollabile e cuorcontento (che poi è un'etichetta che probabilmente mi sono affibbiato da solo, e per di più a quanto pare non sempre corrisponde esattamente alla percezione che gli altri hanno di me).
per farla breve: apro, lancio, e chiudo.
e vado avanti.
il problema è che a furia di lanciarci roba finisce che la roba inevitabilmente si accatasta e si ammucchia, finché viene il giorno in cui apro l'anta dell'armadio per buttarci dentro uno spillo, magari una piccola delusione o il malumore di una goccia di pioggia, e l'equilibrio precario del mucchio collassa rovinosamente, investendomi e travolgendomi come un'onda anomala, senza possibilità di fuga, come in certi vecchi cartoni animati di paperino, gatto silvestro o tom & jerry, in cui l'ultima cosa a cadere sulla testa del malcapitato, già sommerso dal crollo degli oggetti, è immancabilmente un ferro da stiro o una palla da bowling.
ecco, un po' di tempo fa mi è capitata una cosa così, e non è la prima volta. mi ci sono voluti alcuni giorni, non troppo facili, ma sono riuscito a rimettere dentro tutto quanto, e a curare i bernoccoli.
credo che la mia fissazione per l'ordine esteriore delle cose, corredata e supportata da alcuni vaghi tratti ossessivo-compulsivi e dalla mania di tenere tutto sotto controllo redigendo interminabili liste, sia in realtà un modo per esorcizzare il caotico disordine che si cela fra le mie ossa parietali. forse dovrei semplicemente spostare l'armadio, girarlo su se stesso e addossarlo al muro con le ante rivolte verso la parete, come quello in via degli acquasparta, ma sarebbe solo un patetico tentativo di depistarmi da solo.
la soluzione è un'altra: innanzitutto ci vuole sempre qualcuno che ti aiuti a raccogliere gli oggetti dal pavimento, non importa se sappia o meno di starlo facendo. e poi bisogna imparare a disporre meglio le cose negative sui ripiani dell'armadio, impacchettarle meglio, magari fare pacchetti più piccoli. molte cose infine andrebbero proprio buttate via, perché non ha davvero più senso tenerle.
e poi...
e poi quante cazzate.
la verità è che è l'intero armadio che andrebbe buttato via, lui e tutto il suo contenuto. il legno di quercia brucia bene, bisognerebbe fare un grande falò sulla spiaggia, invitare tutti gli amici, cuocere carne alla griglia, suonare, ballare, bere vino, ridere e fare l'amore, finché si può. f

csxqp: violent femmes - "blister in the sun"

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page