tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, aprile 11, 2016


nessuno a cui dirlo, così lo affido al tabacchi, almeno ne rimarrà traccia, anche di questo momento, che si andrà aggiungere, a tutti gli altri, che in un modo o nell'altro, mi hanno portato qui.
quello stesso vestito grigio, quella stessa grazia nei movimenti, il capello mosso e scuro, il fisico asciutto, le scarpe basse, ma non lei, qualcun'altra, simile, e diversa, ma pur sempre un riflesso, di lei.
una nuova collega, che guardata di sfuggita, con la coda dell'occhio, mi rimanda al passato, a quegli interminabili giorni, agonia di un sentimento non corrisposto.
scavando nella memoria, rivedo una ragazza che ho salutato anni fa, che non voglio più incontrare, ma che non posso dimenticare.
è un'ombra, dimora nei recessi della mia mente, lì dove l'ho rinchiusa, per soffocarne il ricordo, e l'immagine.
è stato un attimo, ma è stato sufficiente, perché il mio pensiero tornasse lì, a lei. y

csxqp: pearl jam - "vitalogy"

1 Commenti:

Blogger tabacchi fc ha detto...

c'è stato un periodo in passato in cui mi innamoravo di una ragazza, lei non ricambiava, soffrivo le pene dell'inferno, sprofondavo in indicibili abissi di vuoto, malinconia e disperazione, maledicevo il mondo gli dei la sorte e soprattutto me stesso, e poi… e poi senza nemmeno accorgermene mi innamoravo di nuovo di un'altra ragazza. la quale, ovviamente, nemmeno lei voleva saperne di ricambiare, e quindi poi c'erano nuove pene dell'inferno, altri abissi, altre maledizioni, ma insomma, al diavolo, è vero che in ogni vicenda ero stato veramente da cani però ero stato anche bene, e quindi dopo, inesorabile, arrivava un'altra cotta. un po' come quelli a cui piace andare in moto perché amano la velocità, poi magari si sfracellano, si rompono tutto ciò che ci si può rompere, ma appena escono dall'ospedale la prima cosa che fanno è rimontare in sella, accendere il motore, dar di gas e sfrecciare da qualche parte.
tutto questo non per dirti che ci devi provare subito con la nuova collega (certo, se merita, e a quanto pare merita, la cosa va presa in considerazione:-)), e nemmeno per fare discorsi razionali o inutilmente saccenti: in certi ambiti la razionalità non serve davvero a nulla, e pur avendo un'idea precisa di quanto tu sia stato male (per averlo visto, e per esserci passato anche io) non posso saperlo fino in fondo. tutto questa pappardella in realtà è solo per augurarti con tutto il cuore di riuscire prima o poi a ripensare al passato non solo con sofferenza o timore: spero che tu possa presto non dover rinchiudere e soffocare niente, e ricordarti sempre che quell'ombra è stata anche una luminosissima luce. f

10:44 PM

 

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