tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, ottobre 11, 2020


04.2020 
è l'ottava settimana di isolamento. il tempo scorre, ormai stancamente, quasi per inerzia. dopo una fase iniziale intensa e creativa, ricca di progetti e buoni propositi, mi sto avvicinando ad uno stato di appiattimento, intellettuale e fisico. lo slancio e il fervore dei primi giorni è stato soppiantato da una quotidianità scandita dai pasti, dal lavoro, dall'acquisto del cibo, dall'alternanza luce / buio. ma sono quasi stupito di come ci si possa abituare anche a questa condizione, al fare niente, al vegetare fra letto e divano, nell'attesa di un giorno futuro di cui nessuno conosce ancora la data. ma questo periodo non mi spaventa. è complicato, incerto, difficile. la cassa integrazione, la pandemia, la solitudine della quarantena, per adesso non sono un vero problema. sento gli affetti vicini, l'economia farà il suo corso, e rivedersi sarà ancora più bello, perché ne avremo sperimentato la mancanza. torneremo a viaggiare, ad abbracciarci, a correre e divertirci insieme, ma con più entusiasmo e passione.

10.2020 
a quel tempo andava così, una settimana seguiva l'altra, e la permanenza forzata a casa era diventata una nuova routine, assimilata e accettata, parte integrante del modello di vivere dettato dal virus. nulla di più naturale, ci adattiamo e continuiamo, chi meglio e chi peggio, così come abbiamo sempre fatto. da quei giorni sono passati mesi, siamo tornati a uscire, abbiamo condiviso nuove esperienze, ci siamo emozionati, rinfrancati, consolati e ritemprati. mi ero illuso che le nostre vite potessero uscirne migliori, che saremmo stati capaci di ridefinire le priorità, la nostra idea di sviluppo, e che nulla sarebbe stato più lo stesso. è un sogno che è durato poco. molti si sono rimboccati le maniche, qualcuno si è spinto oltre i suoi limiti, le sue paure e debolezze, ma progressivamente siamo tornati ad essere ciò che eravamo. siamo rientrati nella "normalità", quella stessa che adesso torna ad essere messa in dubbio. ancora una volta abbiamo davanti lo spettro del lockdown, e per quanto l'dea spaventi, più dal lato economico che da quello mentale, io continuo a credere che ce la faremo, ma a quale prezzo? la verità è che dobbiamo cambiare, perché per quanto mi piaccia, chiudersi in casa non può essere la soluzione. y

csxqp: brunori sas - "canzone contro la paura"