tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, febbraio 07, 2007

piccolo saggio, se così si può chiamare, sulla sanità italiana, scritto in notturna su un intercity bologna - milano. forse è solo un fiume di parole sproloquianti, dettato dall'ora, dalla necessità di far passare il tempo e dalla frustrazione reale di una situazione un pò complicata. o forse c'è qualcosa di sensato, non so dirlo. lo affido a questo blog, e alla pazienza di chi avrà voglia di sorbirselo.




la sanità italiana non è un granchè. ciò che balza più clamorosamente agli occhi di tutti sono i topi nei corridoi degli ospedali e le pinze dimenticate nelle panze dei pazienti. sono problemi gravi certo, anzi gravissimi, ma in fin dei conti facilmente risolvibili: dove c'è sporco si può pulire, dove c'è manifesta incapacità del medico lo si può licenziare (o, meglio sarebbe, evitare di assumerlo). ciò che non viene mai evidenziato dai mezzi di informazione è invece una cancrena ben più profonda e difficilmente estirpabile: la sanità italiana soffre di una grave forma di disorganizzazione acuta. ad esempio i medici non si parlano fra loro, specialmente i medici di strutture diverse; se si parlano o non si fidano l'uno dell'altro (e ognuno fa ripetere al paziente gli stessi esami che ha appena fatto altrove) o si parlano in modo incomprensibile (possibile che la calligrafia dei medici sia illeggibile anche per i medici stessi?). e in ogni caso si parlano in modo incompleto: mi sembra di riscontrare una forte mancanza di comunicazione interna e la mancanza di un flusso naturale e prestabilito di informazioni, non solo da medico a medico ma anche da medico a paziente/parenti. e ancora: possibile che nessun medico sia d'accordo con il proprio collega? è mania di protagonismo quella che spinge medici diversi a dare ogni volta un'interpretazione e una soluzione diversa alla stessa patologia? è schizofrenia quella che spinge un medico a cambiare idea dopo pochi giorni senza motivo, tenendo o dimettendo il paziente a seconda del proprio umore? (ma spesso in questi casi subentrano motivazioni che non hanno molto a che fare col giuramento di ippocrate: liberare un letto passando il paziente a qualcun'altro significa migliorare le statistiche di rendimento, e migliorare le statistiche significa maggiori finanziamenti dalla regione: gli ospedali sono aziende, nè più nè meno). è possibile che nessuno abbia mai un quadro unitario di una patologia (o perlomeno abbia la possibilità di averlo), che dati cause e progressi fornisca diagnosi e soluzioni? e se possibili tentativi di soluzione ci sono perchè nessuno è in grado di suggerirli? per ignoranza o per altri motivi meno giustificabili? io non ne capisco molto della sanità e dei suoi meccanismi, ma ho avuto la sfortuna di averci molto a che fare negli ultimi anni. mi sento dunque di fornirle un paio di possibili suggerimenti, che possono essere parte di una valida terapia per curare la sua disorganizzazione: digitalizzazione e standardizzazione.
la prima idea mi sembra talmente ovvia che mi chiedo perchè debba essere io a proporla da un blog con quattro lettori. voglio dire: perchè un qualsiasi psichiatra o neurologo deve scarabocchiare sgorbi incomprensibili al mondo su un pezzo di carta quando potrebbe scrivere il suo referto sul computer e salvarlo su file? la trasmissione delle informazioni sarebbe non solo più chiara ma anche più semplice. tanto più che il grosso delle analisi sono ormai computerizzate: tac, ecg, ecografie, è tutto fatto con l'ausilio di pc. restano le radiografie, ma non credo che sia così complesso scannerizzarle in quache modo: voglio dire, abbiamo la tecnologia: implementiamola e usiamola in modo utile. ccd: sembra il nome di un partito di avanzi della prima repubblica invece potrebbe essere una possibile soluzione: cartella clinica digitale. sono il medico curante e devo trasmettere informazioni ad uno specialista? gli mando il file via mail. lui lo aggiorna e me lo rimanda indietro. il paziente dimesso vuole la documentazione? gli mando il file via mail. oppure glielo stampo in tempo reale. facile no? non come ora che da quando richiedi la cartella clinica a quando effettivamente te la danno possono passare da trenta a quaranta giorni (40 giorni per 20 fotocopie? fottuta burocrazia). di più, si potrebbe salvare tutta la storia medica di un paziente sul tesserino sanitario, quello nuovo tipo carta di credito. c'è una specie di chip stampato sopra, non so che memoria abbia, o se ne abbia una, ma sapete dirmi a che cazzo serve? che senso aveva cambiarlo? il nuovo tesserino sanitario mi sembra che sia solo un posto in più dove leggere il codice fiscale quando non te lo ricordi. facessero piuttosto la ccd e un tesserino che la contenga: quello sarebbe progresso. non solo in termini di riduzione della burocrazia, ma anche di utilità vera e propria: sapere la storia sanitaria di un paziente in casi di urgenza dove lui non può parlare può essere determinante per salvargli la vita.
anche la standardizzazione non dovrebbe essere difficile da applicare: un esame, una volta fatto, è quello, non cambia (o almeno, non dovrebbe). invece ogni ricovero di un paziente implica automaticamente tutta una serie di esami anche complessi, come fosse una routine: se li ha appena fatti che senso ha rifarli a distanza di pochi giorni? il comportamento di default dovrebbe essere: vediamo cosa ha fatto e cosa no. non: facciamo tutto perchè se è fatto dagli altri non ci fidiamo. al centro del meccanismo dovrebbe esserci la persona, non la procedura. invece ogni medico vuole fare i propri esami, perchè probabilmente pensa che quelli fatti altrove non siano accurati (oppure, come sospetto, centrano anche qui statistiche e finanziamenti?): mettetevi d'accordo, cazzo, uniformate le rilevazioni, create standard e requisiti condivisi, snellite le procedure: il paziente ne gioverebbe con meno stress, la sanità italiana con meno sprechi. non solo: credo, ed è la cosa più importante, che aiuterebbe anche i medici a fornire diagnosi condivise e ad avere un quadro completo della patologia che si avvicini il più possibile alla realtà (e dunque alla sua possibile soluzione) e non all'opinione personale. anche se mi rendo conto che parlare di standardizzazione in un contesto di sanità federale, dove ogni regione gestisce la cosa come cazzo gli pare, non ha molto senso. non sono per la statalizzazione centralizzata ad ogni costo, ma se il federalismo non innesca meccanismi virtuosi mi chiedo a che cazzo serva, se non a far felice bossi e inguaiare ancor di più la situazione degli ospedali da roma in giù. vorrei che alla fine di un percorso sanitario, sia esso il traguardo finale o solo una tappa intermedia, ci fossero una serie di alternative concrete, reali, possibili e sopratutto complete, e non vaghe, irrisolte, sospese, parziali. in linea generale la completezza di un quadro d'insieme è importante per prendere decisioni corrette: in settori cruciali come quello della sanità diventa per lo meno essenziale. ma è una cosa impossibile da chiedere ad una sanità disorganizzata, specchio di un paese disorganizzato, e ciò mi spaventa.
scusate questa lunghissima invettiva, questo torrenziale sfogo alla beppe grillo, ma mi piacerebbe molto vedere risolte le numerose inefficenze che mi è capitato di incontrare. a volte mi sembra che basti solo un pò di buona volontà per migliorare un sistema, generare benessere, e ridurre spreco di risorse. risorse da impiegare naturalmente anche per disinfestare i corridoi e attuare selezioni del personale più accurate, laddove ce ne sia bisogno, con buona pace dei mezzi di informazione. f

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