tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, dicembre 18, 2022

 


odio l'inverno. odio il freddo, le mani fredde, i piedi freddi, le poche ore di luce, il parabrezza ghiacciato, i mille strati addosso, dove diavolo ho messo i guanti? odio questa stagione e sono anche insensibile alla magia del natale quindi no, l'inverno non fa davvero per me, e lo trascorro nella speranza che finisca il più presto possibile. però devo ammettere che c'è una cosa che mi piace più d'inverno che d'estate, ed è saperne riconoscere il cielo: mai come in questo periodo dell'anno le costellazioni sono facili da identificare, anche per un astronomo dilettante come me, così mi sorprendo molte volte con il naso per aria a cercare quelle tre stelle allineate che mi permettono di trovare l'orientamento, puntini di sospensione da cui dipanare ogni volta la stessa meravigliosa scena: un cacciatore, la sua eterna lotta con l'animale dall'occhio rosso, la piccola nuvola di polvere prodotta dallo scalpiccio nervoso dei suoi zoccoli. intorno ci sono vari personaggi che, come me, osservano curiosi quello che accade: il fedele cane del cacciatore, un guerriero (o prendo sempre un granchio?) e due tizi che si assomigliano un sacco e che passavano di lì, probabilmente per caso.
la scena è molto difficile da osservare nella sua interezza, ci sono sempre troppe case, troppe nuvole, troppi lampioni, o troppa luna per poterla vedere davvero bene. ma quando mi riesce di scorgerne anche solo un pezzetto ne resto sempre affascinato e avvinto, meravigliato e rapito, quasi da non sentire più i morsi feroci del freddo che senza tregua mi azzanna le chiappe. certo, ciò che esula questa piccola porzione di volta celeste mi è del tutto sconosciuto, è terra inesplorata di cui non so davvero quasi nulla, ma ci sto lavorando (va bene, lo possiamo aggiungere alla lista dei proponimenti di qualche post fa).
che poi riflettendoci mi rendo conto che ne ho scritti davvero tanti, di post sulle stelle, e c'è da scommetterci che questo non sarà l'ultimo. a volte mi chiedo il motivo: probabilmente ho urgenza di certezze e di stabilità, e di qualcosa che mi dia una direzione, ho necessità d'infinito, e sento il bisogno di porre la mia imperfetta transitorietà di fronte all'eterna immensità del cosm… ma no, quante solenni cazzate, la verità è solo una: che le stelle sono semplicemente una cosa bellissima da guardare, e riconoscerle una cosa bellissima da sapere. f

csxqp: gianfranco manfredi - "ma non è una malattia"