tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, ottobre 17, 2018



in quest'ultimo periodo, non so bene perché, mi sento irresistibilmente attratto dai campi intorno alla mia città, e dalle strette cuciture asfaltate che li tengono insieme. avverto un bisogno quasi fisico di fuggire verso questo placido, rassicurante e imperturbabile niente, una necessità urgente di andarmene fuori dal mondo, nonostante che io mi ci senta spesso, fuori dal mondo.
campi, e colline, e un cielo improvvisamente enorme.
complice di questa evasione è un inaspettato caldo autunnale, illogico, incongruente e insensato per questi tempi a queste latitudini. un po' assurdo, più o meno come tutto il resto.
non ho mai fatto mistero del mio rapporto estremamente controverso con la natura (il mio giardino sembra la piana di austerlitz subito dopo la battaglia), né della mia inattitudine ad abitare lontano dalla comodità insalubre delle città, eppure qui mi sento a mio agio, come se fossi a casa, e il cuore, già troppo pieno di troppe altre cose, mi si riempie di pace.
sembra che in pochi conoscano questi luoghi, e io e la mia bici non incontriamo quasi mai nessuno quando veniamo qui. a volte a farci compagnia c'è una mucca pigra, il volo apparentemente senza meta di un corvo, un albero solitario, un'onda che scivola leggera sul mare giallo della colza.
inseguo con lo sguardo i confini per fortuna invisibili che attraversano le colline, felice di poterli soltanto intuire. lontano, si stagliano i profili slanciati delle turbine eoliche, a scandire uno sterminato orizzonte. il vento mi sussurra all'orecchio: libertà!, così, con il punto esclamativo, scompigliandomi con fare scanzonato capelli e incertezze.
alla fine è tutto qui, e non serve altro. forse per venire a capo del caos tumultuoso di grandi sentimenti c'è semplicemente bisogno della tranquilla serenità di grandi spazi. f

csxqp: claudio baglioni - "via"

venerdì, ottobre 12, 2018


dopo l'estate, le ferie, e i reciproci compleanni, è infine giunto il giorno. oggi è un anno, in cui siamo stati tutto, fuorché due angeli. è stato il primo, e sarà anche l'ultimo, l'ho capito, accettato, e il destino vuole che ora te ne vada, che la tua vita lavorativa segua un'altra strada, diversa dalla mia. l'ufficio ci ha permesso ciò che fuori non sarebbe stato possibile: incontrarci, conoscerci, frequentarci, con costanza e continuità. nel bene e nel male ci ha obbligato a condividere uno spazio, e del tempo. così sei diventata l'oggetto dei miei sguardi, di attenzioni e gesti, il primo e l'ultimo pensiero della giornata. in quel palcoscenico di viale Bodio è andato in scena il nostro piccolo amore, o quantomeno il mio. è bastata un'occhiata, fugace, colta da una ragazza, e fattami notare, per aprire le danze, e dare il là a quello che sarebbe successo. ma c'è voluta anche la complicità dei colleghi, un certo supporto organizzativo, qualche mezza parola pronunciata all'orecchio, per farti arrivare il messaggio, farti capire che c'era un interesse. non è stato semplice, venivo da anni di delusioni, sofferenze, rifiuti. ero titubante, impacciato, guardingo. abbiamo parlato, fra il serio e il faceto, giocando tra verità e ironie, mostrando le carte senza troppo nasconderci. mi hai dissuaso dal continuare, dal crederci, ma senza troppa convinzione, lasciando uno spiraglio, in cui ho trovato fiducia e speranza. l'estate ci aveva lasciato ognuno alla propria vita, in giro per il mondo, con gli amici, liberi. poi il rientro, il ritorno alla quotidianità, al lavoro, a quel io e te che è diventato presto, ma non subito, un noi. è durato un attimo, in cui è successo di tutto, e niente. un anno di baci, carezze, attenzioni, progetti. ma anche di litigi, silenzi, recriminazioni, accuse, incomprensioni e incertezze. la mia gelosia, la tua incostanza, la nostra impulsività, l'insofferenza reciproca. e poi i tuoi bisogni, le mie esigenze, le tue folli richieste. c'è voluto del tempo, ma alla fine è emersa la realtà delle cose.

ora niente tragedie, ho amato e odiato ogni momento passato insieme, in cui volevo credere in un rapporto che semplicemente non c'era. la lontananza mi aiuterà, ma non a dimenticare, perché il tuo ricordo è vivo, e non c'è nulla da cancellare. y

crxqp: t-shirt fiorucci - angels

martedì, ottobre 09, 2018



e così ci sto provando, nonostante tutto, a estirpare quelle erbacce, e a mettere le pietre in cerchio prima di accendere il fuoco.
quest'ultimo mese e mezzo è stato una quotidiana avventura, intenso, sabbatico, resiliente, colmo di viaggi, ubriaco di persone e sensazioni. lo sapevo già, e non avevo bisogno di conferma: abbracciare gli amici è sempre la risposta giusta.
ma a tutta questa meraviglia si è aggiunta questa: che in molte occasioni ho fatto quello che volevo fare senza eccessive censure e senza timore di sentirmi ridicolo, senza preoccuparmi troppo delle troppe cose inutili e stupide di cui sono solito preoccuparmi, e sono riuscito a dar retta all'istinto quando ce n'era bisogno. ho fatto qualche passeggiata fuori dalla mia bolla di comodità e l'ho fatto divertendomi.
spero che questa energia positiva duri. mi stupisce e la osservo con sospetto, ma mi ci aggrappo, e spero di trattenerla a lungo. magari non ci riuscirò, perché ovviamente rimango ancora lo stesso immenso arruffato casino di sempre: certi difetti hanno radici profonde e sono difficili da strappar via. ma appunto ci sto provando, e non voglio smettere di provarci, e poi se le cose fossero più facili forse non mi sentirei vivo.
ogni gesto una sorda e tenace battaglia contro l'idea che più grande è il cuore, più grande la zavorra da portarsi dietro. f

csxqp: brunori sas - "canzone contro la paura"