tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

sabato, aprile 07, 2018


Alone, solo, ancora una volta, ritorno lì dove sono sempre stato, a quel punto in cui la vita sembra inutile e incompiuta. È difficile pensare a come andare avanti, a come riempire quel vuoto, a come non pensare quanto fosse dolce, avvolgente, caldo, il tuo abbraccio. A quanto fosse splendido e raro, il tuo sorriso. A come rivederti fosse l'unico motivo di esistere. Delle mie giornate eri croce e delizia, sole e tempesta. Avevi la capacità di farmi ridere e piangere, gioire e abbattere. Sensibile ad ogni tuo gesto, subivo il riflesso di ogni tuo comportamento. Ero convinto che questa volta sarebbe stato diverso, ma non è andata così. Ti ho fatto pesare le mie aspettative, ed ho sofferto la tua incostanza.

Non sappiamo come stare insieme, come portare avanti la nostra relazione, con tutta quella rabbia, insofferenza, ostilità. Ci cerchiamo, ci desideriamo, ma non ci vogliamo veramente. Amiamo l'idea più della persona. In noi ogni cosa ha un valore diverso, un peso differente. Ciò che per me è importante per te non lo è, e viceversa. Ciò che considero un pregio lo vivi come un difetto. Sono quello che disprezzi e che vuoi cambiare, mentre io accetto il mio modo di essere, come accetto te, nella tua imperfezione. Mi oppongo, resisto, mi difendo ad ogni attacco, proteggendo quello in cui credo, e che vorresti cambiare. Eppure non vorrei lasciarti andare. Mi illudo, amo credere che tu sia la persona giusta, che col tempo troveremo l’equilibrio, che c’è una via per essere felici. Mi dici di vivere alla giornata, di godere dei momenti, di non aspettarmi nulla. Ma anche di non esser deluso quando finirà, perché la vita ci separerà, per le troppe contraddizioni, e il poco sentimento. Sei onesta, lucida, ma anche spietata e fredda. Non hai promesso niente, ma non immagini più un futuro, e allora quello spettro diventa una certezza, non ci credi, non vedi un noi, anche se questo è meglio di niente, finché si gioca come vuoi tu. Io invece non voglio vivere in questo limbo, un intermezzo in cui attendere l'inevitabile epilogo. Non concepisco una storia che si trascina fino a quando non troverai di meglio, in cui ti accontenti, in attesa di qualcuno migliore. Non mi aspettavo l'anello, promesse, dichiarazioni. Speravo fossi convinta, che volessi un rapporto serio, profondo, duraturo, e che nelle difficoltà avresti stretto i denti, lottando, per tenere quanto avevamo. Ma non è così, ti sei arresa ancora prima di iniziare, tenendomi ai margini della tua vita. Eppure all'inizio qualcosa devo averti smosso. Per avermi hai insistito, non ti sei arresa, salvo poi fermarti ancor prima che ogni cosa crescesse.

Ti ho lasciato guidare, rispettando i tuoi tempi, i tuoi dubbi. Ho sofferto i silenzi, i fine settimana vissuti separatamente, le chiamate senza risposta, le bizze da primadonna, le contraddizioni di chi non sa cosa vuole. Ho sperato di salvarti, e con te salvare me, e quello che sognavo potesse essere il nostro futuro, ma non è stato possibile. In me non alberga ne odio ne rabbia, solo rassegnazione. Sono impotente, deluso, affranto. Vuoi che si sia amici, che ci si possa frequentare come non lo si è fatto da coppia. È così paradossale. Adesso posso avere quello che cercavo, far parte della tua vita oltre il letto e l'ufficio. Ma ce n’est pas possible.
Eppure ti vorrei ancora qui, con me, sul divano, a guardare la tv, a fare l'amore, per poi dividerci la cena, e il vino. Qui a dormire abbracciati, sotto le coperte, attendendo il risveglio, i tuoi baci, una nuova giornata, insieme. Ma ti sei arresa, e io non posso più lottare. y

csxqp: sufjan stevens - "mystery of love"

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