tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, gennaio 13, 2019


è quattro settimane che non abbiamo più contatti, dopo l'ennesima inutile discussione, quando hai deciso di troncare la conversazione, ed io non ho voluto più riprenderla. ma c'è qualcosa che non riesco ad accettare, che non mi da pace, e mi fa ancora pensare a te. non capisco perché anche nel momento del dolore, di massima fragilità, tu non riesca ancora a fidarti, a comprendere che sono dalla tua parte, che voglio il tuo bene, proteggerti, aiutarti, salvarti, da te stessa, dal tuo autolesionismo distruttivo, che allontana tutti, anche chi soprassedendo alle bizze vorrebbe restarti vicino, come me. devi darti tregua, smetterla di stare spalle al muro lottando contro tutti, senza nessuno al tuo fianco, ma non vuoi capire. mi sono convinto che è inutile insistere, continuare a sbatterci la testa, devo aspettare, attendere che certe riflessioni ti nascano spontaneamente, che maturino, e così ti possa porre alcune domande, che abbiano te per soggetto, e non gli altri, e forse allora capirai quello che io con gesti e parole non sono riuscito a trasmetterti.

e dopo un mese di silenzio scrivi, mi chiedi come sto, sapendo che sono lontano, in ferie. mi dici che stai male, che hai bisogno di me, che vorresti rivedermi. spero finalmente che questo periodo ti sia servito, che tu abbia avuto modo di riflettere, e ti do piena disponibilità, la domenica a pranzo o cena, il pomeriggio in giro o a casa, ma poi non puoi, allora proponi in settimana, ti lascio libera ogni sera, ma alla fine non scrivi più, non ti fai sentire, e ancora una volta mi lasci perplesso, deluso. il bello è che neanche te ne rendi conto, agisci d'impulso, secondo logiche dettate dalla necessità, senza considerare le conseguenze, la sofferenza di cui puoi essere fonte. esisti solo te, il tuo bene, il tuo dolore, la tua felicità.
da quel giorno, da vero stupido, ogni giorno attendo un tuo segnale, un messaggio, che non arriva mai. istintivamente guardo il cellulare, sperando in un tuo cenno, ma inizio a pensare che il momento di sconforto è passato, hai trovato sostegno altrove, e di me non senti più il bisogno. e allora il coniglio può tornare nel cappello, almeno fino al prossimo spettacolo. y

csxqp: elisa - "se piovesse il tuo nome"











odiami e cancella il mio numero, perché io non ne sono capace

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