tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, aprile 28, 2008


Запустите, run, correr, τρεχει, courir... molte lingue, una parola: correre. Così come il sangue corre nelle vene, il brivido corre per le ossa, il tempo corre sulla nostra vita, e la notizia corre di bocca in bocca, io corro sulla strada, al pari di come affronto la vita, a volte in scioltezza, ordinato, a volte in modo affannato e scomposto, seguendo la via, o creandone una.

Se mi chiedeste cos’è che mi fa sentire veramente vivo non potrei che rispondervi ”la corsa”, perché non c’è sensazione più forte di librarsi nello spazio, libero, con l’aria che ti scorre sul viso, il cuore che pulsa, le gambe che scalpitano, il respiro che accelera...

Lo sforzo profuso ti porta a riconoscere il limite, fisico come mentale, oltre che renderti consapevole della fisicità (e caducità) del tuo essere. E così ti ricordi di avere un cuore e dei polmoni, e ti rendi conto che c’è un respiro da controllare, una forza da dosare, una muscolatura da preservare, una mente da guidare...

E poi, quando corri, sei solo, o meglio, ti ritrovi con te stesso, finalmente. La tua attenzione, sempre rivolta all’esterno, può infine soffermarsi su di te, permettendo alla mente di vagare libera nella attesa dell’arrivo. Corri e ritorni bambino, e inconsciamente rivivi le gioie dell’infanzia, un periodo spensierato quando correre era sinonimo di gioco e delle preoccupazioni non si conosceva ancora il significato.

In definitiva mi piace correre, avanti e indietro, dietro a qualcuna, o dietro a qualcosa, veloce come il vento, come il fulmine, a rotta di collo, a gambe levate, e sentirmi così vivo. y*

csxqp: tricarico – “voglio una vita tranquilla”

mercoledì, aprile 23, 2008


sono un blocco per gli appunti. il mio proprietario è un certo jj. mi annoio a morte, perchè non mi usa mai. non so, sono appoggiato sulla sua scrivania da mesi, ma mi ignora, si comporta come se non esistessi. sono un oggetto, e come tutti gli oggetti mi rompo i coglioni se non vengo utilizzato. è anche vero che qui a casa non c'è mai, esce la mattina presto e torna a casa la sera tardi (ma che lavoro farà mai questo qui?). però due righe ogni tanto per farmi contento potrebbe anche scriverle, diavolo porco. invece no, al massimo ogni tanto scarabocchia qualche numero di telefono (amici? colleghi? spogliarelliste?) e le misure di qualche mobile (che stia cambiando casa, il tizio? oddio, so già che verrò dimenticato in qualche scatolone, che triste fine. e pensare che il mio bisnonno era il blocco di un certo... di un certo... non ricordo bene, non mi ricordo mai un cazzo, un poeta famoso comunque, lui si che era un blocco felice e realizzato, vedesse in che stato è ridotto suo nipote si vergognerebbe di lui, cioè di me, diavolo porco, aveva ragione mio padre: "fai il blocco di un ufficio, è un posto sicuro, non è arte ma almeno lì c'è sempre qualcuno che ha bisogno di te, segretarie con appunti da prendere ce ne sono sempre"... ma io no, diavolo porco, volevo fare l'artista, avevo la fissa della letteratura d'avanguardia, e l'idea romantica di appartenere ad un bloggista in erba, che scarabocchiasse su di me i suoi pensieri prima di ricopiarli sul computer. e l'ho pure trovato, il bloggista in erba, solo che questo qui è una pianta grassa, ha aperto da quasi due anni un blog con altri due tizi e avrà scritto tre post in tutta la sua vita, cazzo che sfiga, il bloggista sbagliato, diavolo porco). lo so, lo so, parlo malissimo, con tutte queste volgari interiezioni del cazzo, diavolo porco, ma qui nessuno mi ha abituato alle belle parole, alla consecutio raffinata, alla prosa scorrevole. qui nessuno mi ha abituato a niente, solo numeri di telefono (spogliarelliste?). ma che ci sto a fare qui? ogni tanto il tizio mi guarda e sembra che stia per scrivere qualcosa ma poi si ferma e dice "sono stanco". ogni tanto invece lo sento che dice "ah, domani scriverò qualcosa"... stronzate. sento la puzza delle sue bugie lontano un miglio ormai. e sembra convinto eh, non è mica consapevole di essere un fottuto quaraqquaqquaro. tutte chiacchiere. troppe chiacchiere. solo chiacchiere. e ne avrebbe di cose da scrivere, eh, mica è uno che non fa un cazzo. cioè, non è un idiota, di cose divertenti ne dice, gliele sento raccontare io, diavolo porco. è intelligente, ascolta un sacco di musica, ha letto un sacco di libri, e lo so perchè vivo qui nella sua stanza, sulla sua scrivania, da mesi, da anni ormai. ora si è messo pure a strimpellare l'armonica, io non ne capisco un cazzo di musica (mio zio fa il blocco di pentagrammi, lui si che è portato per la musica) ma secondo me il tizio ha talento. ha pure una fidanzata con la quale si sta per sposare (breve inciso: anch'io ci sono andato vicino a sposarmi, che credete, mica sono rimasto sempre qui sulla scrivania di sto tizio. lei era una risma da sballo, bellissima, con degli a4 da mozzare il fiato. l'avevo taccuinata per anni e infine l'avevo conquistata. ma due giorni prima delle nozze è scappata con un rotolone di carta da stampanti, diavolo porco.), e se c'è qualcuna che è disposta a sopportarlo per tutta la vita non deve essere tanto male sto jj, no? allora perchè non scrive mai un cazzo? è un tipo brillante, secondo me se volesse saprebbe scrivere molto meglio degli altri due tizi (come invidio i loro blocchi...), ma cazzo, non vuole, e vorrei tanto sapere cosa lo frena. non dico la divina commedia, diavolo porco, ma un post ogni tanto, due righe così, giusto per dare un senso alla sua partecipazione al blog e sopratutto alla mia esistenza, cazzo, che sono un blocco senza scrittore, e non so se ve l'ho già detto, ma mi annoio a morte. ora basta, la smetto, scusate lo sfogo. diavolo porco. f

post chiacchiera
…dedicato a chi molto promette e poco mantiene, a chi predica bene ma razzola male, a chi dice di leggere ma non osa più scrivere.
…pensato per chi al cellulare non risponde da un mese, per chi i messaggi neanche li vede, per chi il ritardo è quasi un dovere.
Abbiamo calcato la mano,
perché un segnale attendiamo!
Ora sta a te sbugiardare
chi ti ha voluto canzonare. y*

cmxqp: dolci di carnevale - "chiacchiere"

martedì, aprile 15, 2008


ormai sono 24 ore, e il sorriso di chi la sa lunga, di chi ha visto l’impresa, di chi speranzoso ha atteso in silenzio, non si è ancora spento, non ha ancora intenzione di lasciare il mio viso, è bello stampigliato, tronfio… qualcuno potrebbe parlare di un sorriso sornione, o meglio, di un sorriso a 36 denti, o di un sorriso ebete, di chi ignora ciò che l’aspetta, però vi dico che sono felice, e in fondo me l’aspettavo, di esserlo, perché era nell’aria, la svolta… c’era malcontento, sconforto, insofferenza, e così si è deciso di dare fiducia a chi le questioni le affronta di petto, senza troppe ipocrisie, tentennamenti… chiamatelo voto di protesta, o voto di proposta, sta di fatto che ora mi aspetto molto, da voi, e il mio giudizio sarà tanto più grave quanto minore sarà il vostro impegno: è ora che il Paese prenda una direzione e la segua decisa, senza se e senza ma, come qualcuno predicava. y*
p.s. credo finalmente di aver trovato, oltre al dentifricio, anche il sapone.

cvxqp: blob - “borghezio, un uomo, un mito”

giovedì, aprile 10, 2008





durban's, az, colgate, mentadent, blanx, pasta del capitano... sembra di essere come nella storia dell'uomo bloccato davanti allo scaffale del supermercato e poi impazzito, incapace di scegliere davanti al proliferare di scatole, confezioni e tubetti. incapace di scegliere perchè consapevole che dietro le promesse di colori, sapori, consistenza, azione pulente si cela sostanzialmente la stessa cosa: dentifricio. il partito democratico è un dentifricio, e in effetti come tale ce lo vendono. anche il popolo delle libertà è un dentifricio, e come tale ce lo vendono. e così tutti gli altri partitini: hanno moltiplicato le scelte colorando le confezioni in modo diverso, ma quello che andremo a comprare nelle elezioni che si stanno avvicinando sarà sempre e soltanto dentifricio. perchè se uno volesse comprare del sapone, per pulire a fondo questo dannato paese incrostato dall'arretratezza, non può, perchè nello scaffale il sapone non c'è. ci sono squallide operazioni di marketing mascherate di rinnovamento e bipolarismo, e c'è il suicidio delle ideologie. ma il sapone no, non si trova. votare tappandosi il naso e accontentandosi del dentifricio che se non altro combatte il tartaro non è una scelta, è l'uomo bloccato di fronte allo scaffale. denti bianchi e ascelle puzzolenti: è l'italia di oggi, chiunque vinca. f

csxqp: frankie hi nrg mc - "rap lamento"