tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, giugno 17, 2012


ormai sono anni che ho abbandonato il mondo (e la lettura) dei fumetti... non partecipo alle fiere, non mi faccio trascinare alle convention, non attendo pazientemente i disegnatori e gli autori per un autografo, non vado in edicola, non frequento le fumetterie, non bazzico i mercatini in cerca degli albi mancanti... e dire che per un certo periodo sono stato un discreto appassionato, e per qualche personaggio anche uno scrupoloso e metodico collezionista, ma poi basta, arrivato a un certo punto ho chiuso e sono andato oltre... Alan Ford, Brendon, Cattivik, Lupo Alberto, Nathan Never, Zona X e Martin Mystere sono ormai solo un lontano ricordo. Non ho rimpianti, anche se ogni tanto il collezionista che è in me torna alla carica e vorrebbe continuare alcune serie, ma poi torno alla ragione e quella frenesia da possesso sciama rapidamente così come era montata... anzi, in totale contrapposizione a questi slanci ho iniziato a liberarmi del superfluo, e tramite ebay sono riuscito a vendere buona parte di quel materiale che ormai in casa fungeva solo da tappezzeria...
Volutamente ho tralasciato i fumetti giapponesi perchè contrariamente all'attrattiva che hanno esercitato sui miei coetanei a me non hanno mai veramente convinto. E' possibile che si siano affacciati nel marasma della mia vita troppo tardi, o forse semplicemente si sono mantenuti distanti perchè avevo altro da leggere ed erano troppo costosi. O forse mi piacevano tanto i cartoni animati da renderne il disegno un qualcosa di arcaico e poco coinvolgente, o forse è stato solo un caso, dovuto ad eventi contingenti, sta di fatto che Ramna, Dragon Ball, Berserk, Slam Dunk, Ken il Guerriero, Detective Conan, Inuyasha, GTO, Golden Boy e tutta la galassia della produzione nipponica non ha mai varcato la porta della mia camera... tutto questo però è vero solo in parte, perchè a volte gli amici (un amico, jj) sanno essere convincenti, e nonostante la mia evidente ritrosia, dovuta probabilmente all'ignoranza, mi hanno avviato alla lettura di un piccolo capolavoro che risponde al nome di "Noritaka". E' stato il primo e l'ultimo, ma ne è veramente valsa la pena, tant’è che per anni ne ho cercato un degno sostituto, senza però mai riuscire a scovare qualcosa di altrettanto folle e divertente.
Stampato dalla Comic Art, era stato strutturato in ventisette volumi. Dopo aver preso in prestito i primi numeri, ed essermi convinto, ne avevo cominciato l’acquisto recuperando anche gli albi arretrati. Per quasi due anni ne ho voracemente letto le gesta, fin quando nell'ottobre 2000, di punto in bianco, la casa editrice è fallita lasciandomi nello sconforto più assoluto... non ci potevo credere, a tre numeri dalla fine, chiudevano bottega, e tanti saluti a tutti! I primi tempi ho cullato la speranza che qualcun'altro raccogliesse il testimone continuandone la pubblicazione, infondo aveva avuto un discreto successo e il prezzo era lievitato tanto (5.000 lire, che ai tempi non erano certo bruscolini) da renderne economicamente allettante la stampa, invece no, silenzio, nessun comunicato, nessuna indiscrezione, nessuna novità all’orizzonte. Ero invece riuscito a sapere che in Francia la storia era stata portata a termine, e visti i frequenti viaggi di mia madre oltralpe, l'avevo sguinzagliata alla ricerca dei volumi mancanti, ma ahimè invano. All'evidenza dei fatti mi ero infine rassegnato...
Tuttavia, nonostante per anni non abbia più comprato fumetti, un interesse puramente conoscitivo l'ho continuato a coltivare, infondo mi piace essere informato e la curiosità non mi è mai mancata. Così, per cultura personale, annualmente una capatina in fumetteria l'ho sempre fatta, e ogni anno mi sono sentito sempre più estraneo, perchè i cambiamenti erano tanti e tali da presentarmisi ogni volta un mondo profondamente diverso da quello che ero solito conoscere. Questo però non mi ha impedito di alimentare il mio interesse, e così, da perfetto ignorante, anche quest'anno ho dedicato un paio d'ore a scandagliare il mitico "supergulp"... ho passato in rassegna i fumetti della bonelli, ho controllato gli scaffali con gli arretrati, ho guardato il proliferare dei più disparati gadget, ho attentamente analizzato le valutazioni degli albi, ho tristemente constatato la loro costante perdita di valore, ho chiesto la disponibilità all'acquisto di alcuni numeri, ho soppesato l'idea di completare una certa collezione che ancora possiedo e alla fine mi sono dedicato al mondo manga, non per una ragione particolare ma giusto per completezza... e così fra un albo di Hamelin, uno di City Hunter e uno di Nana chi ti vedo, il mio caro vecchio Noritaka... ho strabuzzato gli occhi, non erano i soliti arretrati che di tanto in tanto mi era capitato di trovare bensì un’edizione nuova fiammante... non potete immaginare la sorpresa e lo stupore... ero in estasi, avevo bisogno di ragguagli, di conferme, volevo essere rassicurato... e così mi sono rivolto al personale del negozio, ho fatto sfoggio delle mie conoscenze, ho rimarcato il fatto di essere un felice possessore della collana originale, e poi, messe in chiaro le credenziali, ho posto la fatidica domanda: l’hanno ripubblicato?

è ufficiale, il re della distruzione è tornato! y

clxqp: hideo murata, takashi hamori - "noritaka, vol.25"

lunedì, giugno 04, 2012


"storia di una grappa (bianca) e del suo incupirsi"

quando la vita mi appariva uno schifo e le giornate passavano fra apatia e ricerca di lavoro l'unico rifugio era rappresentato da L-... lì, ovunque lei fosse, potevo abbandonare le tristi vicende di un'esistenza da infelice disoccupato col cuore spezzato e farmi trasportare dal moto proprio del vivere altrui... il sabato alla libreria delle donne, le domeniche a ciondolare nell'appartamento di un'amica, le serate sul computer a scaricare film e musica, i venerdì in discoteca, le cene infrasettimanali, le escursioni in montagna, gli aperitivi, lo shopping in centro, le mostre alla triennale, i concerti, le manifestazioni, e tanto tanto altro... questo vortice di incontri, appuntamenti, attività, era il pretesto per non lasciarmi il tempo di pensare, perché qualunque cosa ti affligga il segreto è non pensare... non che fossi molto di compagnia, e rivedendo alcune foto forse non ero neanche troppo messo bene, pallido, con l'aria assente, il volto scavato, ma non le importava, mi teneva stretto, tenacemente, impedendomi d'affogare. E così, in questo contesto, venne l'estate, un periodo che per me ha sempre significato montagna, dolomiti, zoldo... e quell'anno non sarebbe stato diverso da tutti gli altri, se non per il fatto che non sarei stato solo: avrei condiviso quei giorni d'estate a Brusadaz con L- ed il mio nuovo fiammante tatuaggio, e così fu.
Furono giorni felici e tempestosi, irrequieti e rilassanti. Ebbi la febbre e le condizioni meteo furono spesso inclementi, ma di entrambe le cose nessuno sembrò preoccuparsene troppo. Profusi quante più energie potessi per renderle il soggiorno piacevole, e fra una camminata, una lettura, un pranzo e una telefonata, ci ritrovammo anche a raccogliere mugole*... accadde in una rara giornata di sole, in un prato colmo di cespugli, con noi nel mezzo, con le mani impiastricciate di resina, col dilemma di come trasportarle, ma con la convinzione di farne un buon uso... e così, carichi di cotanto tesoro, in serata, sugellammo quel momento affogandole in una grappa bianca, lasciando poi allo scorrere del tempo il compito di impreziosirla. I giorni trascorsero veloci e alla fine ognuno tornò al suo vivere milanese. La bottiglia invece rimase lì dove era stata generata, segno tangibile del nostro passaggio, e nell’attesa di un comune futuro ritorno.
Gelosamente conservata dietro un'anta della cucina, al buio, indisturbata, ha ricevuto, ad ogni mio soggiorno, una visita, perché le grappe oltre ad essere bevute vanno anche curate, osservate, girate, coccolate, e così ho fatto, di anno in anno, scrupolosamente... e ogni volta aprire quell'anta mi ha regalato un'emozione, un ricordo, uno spunto di riflessione, un po’ di malinconia... era deciso che non l'avrei bevuta, che nessuno l'avrebbe bevuta, se non alla nostra presenza, quando infine ci saremmo rincontrati, lì, fra quelle quattro mura, e quei monti.

L'incedere del tempo le ha regalato un deciso colore ambrato, tendente al bruno... oserei quasi dire che nell'attesa si è incupita, come incupito lo sono progressivamente diventato io, nonostante la luce del sole, gli amici, i viaggi, il lavoro, e una presunta normalità che tanto mi affligge. E proprio per sfuggire a questo momento, a questa pesantezza, impotenza, sconforto, vuoto, mi ritrovo ancora una volta qui, in montagna, a rimirar una bottiglia, in attesa di giorni migliori... y

clxqp: todd komarnichi - "fame"

*pigne del pino mugo