La città d’estate è sempre più calda. È difficile trovare aree verdi, e quelle poche che ci sono soffrono, soffocate. Dare alla città alberi significa abbassarne la temperatura, farle respirare. Invece abbiamo sempre più asfalto, case e supermercati, cemento e parcheggi, che si mangiano piano piano quel poco di natura che c’è rimasto. E così il cambiamento climatico fa sentire con maggiore forza i suoi effetti nefasti. Il surriscaldamento agevola temporali devastanti, e le conseguenze le abbiamo tristemente sotto gli occhi. Sono fenomeni eccezionali, ma senza un intervento deciso saranno il nostro futuro.
Come dicevo in un post precedente forse è un male comune alle grandi città, ma ci sono tante persone che la pensano diversamente, e che attivamente lavorano per indirizzare le politiche verso altri orizzonti, come il collettivo Sai che puoi?. In questo senso ho speranza che le associazioni di quartiere, i movimenti locali, le liste civiche, chiunque persegui un interesse collettivo a difesa e supporto del bene comune sia in grado di cambiare la rotta verso un domani sostenibile e rispettoso. Abbiamo bisogno di trovare un equilibrio fra sviluppo, ambiente e salute. Fra l'esigenza di case e la difesa del verde pubblico. Fra i bisogni degli uomini e le necessità della natura.
Oh cara Milano, io ci sono, non scappo, e non ti farò mai mancare il mio contributo, ma il futuro non è roseo.
csxqp: coma_cose - "agosto morsica"