domenica, novembre 23, 2025
venerdì, novembre 07, 2025
La fretta, è con questa che inizia ogni giornata, perché quando mi sveglio è già tardi, per fare tutto quello che mi piacerebbe vorrei dovrei, ma per cui non c'è abbastanza tempo. Alzarsi prima non servirebbe, qualcosa resterebbe comunque indietro, fuori, o stretto e strizzato in quei pochi secondi che gli rimarrebbero. La maledetta fretta mi accompagna tutto il giorno: c'è quella di arrivare in ufficio, che spesso mi impedisce di lavare denti e viso. Quella di perdere il bus, che mi spinge ad attraversare col rosso e a correre, nel momento in cui si avvicina pericolosamente rapido alla fermata. Quella di andare in posta a ritirare un pacco, al fermo point a consegnarne un altro, e poi via a mangiare, e se ci riesco anche a fare la spesa, sfruttando quell'ora che dovrebbe essere un momento di pausa (pranzo) ma nella realtà è solo fonte di ulteriore affanno, stress, frenesia...
lunedì, ottobre 13, 2025
quanto sono fragili, le nostre vite, anche a sedici anni, quando dovrebbero essere tuoni e saette che sconquassano il cielo. fragili e invischiate nelle piccolezze quotidiane, fragili e confuse, come mucchi di foglie. sprechiamo il tempo a borbottare, e a non accorgerci.
e allora solleva gli occhi al cielo, imponevano le nuvole, osservalo, perditici dentro, disegnaci quel che vuoi, saranno affreschi maestosi o malriusciti scarabocchi, non importa, ma non stare fermo, non serve a nulla conservare. abbandonati al movimento, anzi sii tu stesso nuvola, mutevole e leggera, e danza.
e allora rimbomba, e squarcia di luce fin dove la luce può arrivare, smettila di tentennare, di rimandare, di nasconderti, di risparmiarti, ululava il primo vento gelido, smerigliando l'aria e rendendola trasparente. fatti trascinare, anzi, sii tu stesso vento, sparpaglia, e sparpagliati.
e allora non temere di bagnarti, e osa saltare fra le pozzanghere, scriveva la pioggia sui vetri, con la sua calligrafia obliqua e irregolare, senza gocce sulle i. tuffati e immergiti, anzi sii tu stesso acqua, inzuppa, fatti onda e creane altre.
non sappiamo davvero nulla del domani, né lo sanno gli dei a cui affidiamo le nostre scaramanzie. io ho guardato, e ascoltato, e letto, le nuvole, il vento, la pioggia e la mia cattiva coscienza, ma al primo raggio di sole ho già scordato tutto.
in bocca al lupo, giovane donna che non conosco. f
csxqp: roberto vecchioni: "ho conosciuto il dolore"
domenica, settembre 21, 2025
Ho sempre vissuto luglio come il mese dei morti, il periodo dell'anno in cui per motivi inesplicabili inforco la bicicletta e vado a rendere omaggio ai defunti. Di norma tutti pensano che il momento più affine sia novembre, per via della festività loro dedicata, e del fatto che le giornate brevi, buie e spesso piovose, con gli alberi spogli e il freddo pungente, siano le condizioni più adatte per entrare in contatto col mondo di chi non c'è più, e forse avvicinarsi, con tristezza, a quello stato di non vita che si immagina gelido e tenebroso. Per me invece è diverso, io vado quanto la natura è rigogliosa, il caldo è insopportabile e le giornate sono terse. Di prassi ci arrivo con il sole allo zenit, sfinito, dopo una pedalata senza meta nei dintorni dell'interland. Perché luglio è il mese che mi sprona a lasciare la città, a spingermi fuori, oltre, nelle campagne, seguendo strade e sentieri ignoti, guidato dall'istinto, dalla voglia di esplorare, evadere, per poi ritrovarmi al sicuro su google maps. Ma non divaghiamo. Tornando da queste fughe estemporanee, seguendo la direzione nord / ovest, ho sempre l'opportunità di passare davanti al "maggiore", il cimitero dei milanesi. Qui sono sepolti i miei nonni, e sono loro che vado a salutare, come quando tornando dall'università bussavo alla finestra del loro appartamento, posto al pian terreno di un'anonima traversa di via giambellino, e spingendomi sui pedali facevo un ciao con la mano. Così era allora e così è, in un certo qual modo, adesso.
sabato, settembre 20, 2025
da qualche giorno a questa parte accade che il mio tragitto per andare a lavoro sia sincronizzato perfettamente con il sorgere del sole su questo campo. tutte le volte che passo di lì inchiodo (ci arrivo alla fine di una lunga discesa a rotta di collo, in cui prego sempre che il mio catorcio non scelga proprio quel momento per abbandonarmi, sfaldandosi in mille pezzi) e mi godo per un istante quel liquido abbraccio di serenità arancione. non passa quasi mai nessuno su quella strada, e a farmi compagnia in quell'attimo di incanto c'è solo qualche cavallo mattiniero che bruca l'erba nel campo alle mie spalle. vorrei non farlo, perché in qualche modo mi sembra un brutto vizio, ma tutte le volte inevitabilmente sento il bisogno di scattare una foto, quasi come se imprimere tutta quella meraviglia soltanto nella mia memoria non fosse sufficiente a renderla vera.
comunque sia non mi servono certo le foto per accorgermi che ogni volta non è mai uguale alla precedente: un giorno quella prima luce è una carezza calda e avvolgente, di una bellezza assoluta, prepotente e primitiva, e un altro deve sgusciare caparbiamente fra le nuvole, e aprirsi un varco per fare capolino e rivelarsi. un altro giorno gioca con gli aerei a tracciare righe arancioni sul foglio azzurro del cielo, e un altro ancora i vapori della rugiada avvolgono in una sospensione irreale ogni cosa, il sole, la luce, il campo, la strada, me e i cavalli, sfumati come in un sogno.
ho pensato che vorrei saperlo fare sempre, e non soltanto all'alba: soffermarmi e godermi le differenze delle mie giornate, anche solo per un istante, saperne riconoscere i dettagli, rendermi consapevole delle piccole cose che le rendono uniche, assaporare il cibo, le parole, i colori o le sensazioni, anzi di più, quando è possibile, cercare di proposito di fare ogni giorno qualcosa di diverso. non è facile, e lo annoto qui come buona intenzione, per non dimenticarlo.
ho pensato che potrebbe essere un buon modo per fregare il tempo, che spietato e imperturbabile tritura ogni cosa e galoppa ostinato verso l'orizzonte come un assassino in fuga. f
csxqp: the clash - "jimmy jazz"
sabato, agosto 30, 2025
Quest'anno sono giunto alle agognate vacanze arrancando, fiaccato nel fisico e nella mente. Più la data della partenza si avvicinava più la mia convinzione scemava. Ho più volte tentennato pensando al viaggio che ci aspettava, a quel piccolo sogno che con tanta pazienza, passione e tempo avevamo costruito, scontrandoci spesso con una cronica mancanza di informazioni e mille difficoltà logistiche e linguistiche, che alla fine ci avevano spinto, per la richiesta del visto, a rivolgerci ad un'agenzia specializzata. Pur trattandosi di un territorio europeo, pur essendo parte della vicina Grecia, la repubblica monastica del Monte Athos ha una sua autonomia speciale, delle leggi e delle disposizioni uniche nel suo genere, a cui bisogna necessariamente attenersi: si può soggiornare solo per quattro giorni, non sono ammesse le donne, si devono indossare pantaloni lunghi, il bagno in mare è vietato, le ciabatte si possono indossare solo col calzino...
giovedì, agosto 21, 2025
un sorridente pompiere nero con la sua inseparabile accetta e un'avvenente miss ciglia lunghe con corona e abito da sera sono stati i protagonisti del nostro ormai tradizionale progetto fotografico estivo: abbiamo affidato al caso la scelta di questi due personaggi e ce li siamo portati dietro dovunque andassimo per un mese, immortalandoli ogni giorno in una fotografia (quella che vedete è l'ultima della serie, scattata sulla "spiaggia" della nostra città). le regole erano sostanzialmente quelle dell'anno scorso, e devo ammettere che fotografare un personaggio, sempre lo stesso, si è rivelato a suo modo più impegnativo che trovare un soggetto di un determinato colore: mettere il mio pompiere in un contesto che avesse un senso e al contempo raccontasse qualcosa che stavo facendo in quel momento è stata senza dubbio una piccola piacevole sfida. innanzitutto perché mi sono accorto ben presto che fotografare una cosa relativamente piccola con uno sfondo alle spalle presenta una difficoltà tecnica non banale legata alla messa a fuoco: o si vede bene il personaggio o si vede bene lo sfondo, e ho rinunciato a tante idee di foto in campo largo perché, perfezionista come sono, non mi sarebbero riuscite come volevo (poi magari l'impostazione per mettere bene a fuoco tutto sul cellulare c'è, e sono io pigro che non ho avuto voglia di andare a cercarla): poco male però, ho fatto di necessità virtù e ho cercato di restringere le inquadrature e concentrarmi sui dettagli, ed è stato un bell'esercizio. e poi perché quasi tutte le foto le ho scattate in luoghi pubblici, e tutte le persone che mi hanno visto fare un book fotografico ad un playmobil (guardami, sorridi, bravo, così, più intenso, fai un passo indietro, alza l'accetta, ci siamo) mentre appunto cercavo lo scatto e l'inquadratura perfetta, avranno probabilmente pensato, come dargli torto, che fossi un po' matto. non che me ne freghi qualcosa, ma di sicuro ho strappato a molti passanti ben più di una risata (e a nulla, credo, sia valso provare a spiegare, e a cercare indulgenza facendomi scudo con le parole "progetto artistico": avranno sorriso bonari per poi picchiettarsi la tempia con l'indice, appena giravo le spalle).
però quello che conta è che è stato bello: anche quello di quest'anno è stato un gioco creativo davvero molto divertente, e mi è piaciuto davvero tantissimo farlo. sono molto soddisfatto delle trenta foto scattate: ognuna racconta un momento di quella giornata, un aspetto della vacanza, della vita al mare, del rientro a casa, o del mio lavoro, le cose che ho fatto o che amo fare, o semplicemente un dettaglio che in quel giorno mi ha incuriosito, attirando la mia attenzione.
d'accordo, forse mi entusiasmo con poco, e sono l'eterno bambino che ha sempre bisogno di giocare, ma il punto importante di questo post in realtà è un altro, e ha a che fare con la fortuna: è un periodo in cui, forse per la piega che sta prendendo il mondo, mi capita spesso di pensare a tutte quelle che ho, che sono tante. è già di per se un privilegio poter dedicare tempo ed energie ad un passatempo così frivolo e giocoso, perché significa non avere la mente intasata da preoccupazioni o malesseri, ma la vera propria meraviglia è quella di avere al mio fianco una persona divertente, con uno spiccato senso dell'umorismo, una miss battuta pronta giocherellona e aperta allo scherzo, che non solo è capace di stare al gioco, ma che nel gioco mi ci trascina con tutte le scarpe, come nel caso di questo piccolo progetto. ridiamo davvero tanto, ed è davvero una fortuna: grazie! f
csxqp: dire straits - "lady writer"








