tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, luglio 21, 2008


era un po’ che non scrivevo, che non mi cimentavo col foglio bianco e la matita, non che non ne abbia avuto voglia, o fossi troppo impegnato, anzi, a volerla proprio dire tutta non avevo nulla da raccontarvi, nulla per cui infervorarmi, nulla da puntualizzare, nulla da recriminare, insomma, nulla.
È stato un periodo di magra, fiacco, senza spunti, di generale disinteresse, verso tutto e tutti, quasi fossi prossimo all’apatia; o forse è stato un momento di riflessione, in cui ho raccolto le idee, scrutato il futuro, non saprei, perché il segreto è non pensare, non interrogarsi troppo, ed è per questo che seguo il corso del fiume senza cercare di capire il perché e il percome, oltre che dove mi porti la corrente. Senza rotta è più facile non sbagliare l’approdo.

E così è capitato di ritrovarsi a Trieste, dopo aver mancato per l’ennesima volta il porto di Amsterdam. Meta dell’ultimo minuto, l’ho trovata una città “sgarrupata”, lontana dalla nomea attribuitale dalla storia: un castello, un anfiteatro romano, una piazza maestosa e il mare non sono riusciti ad incantarmi, deludendo un poco le attese. Ciò nonostante serbo dei ricordi felici, intensi, carichi, quasi si fossero concentrate in pochi giorni tante storie, tante esperienze, tante suggestioni, come di fatto è successo. La locanda Miriam, l’autista del matrimonio, lo spritz al tramonto, l’addio alla Queen Elizabeth II, la fitta chiacchierata con la signora Ljubica, la notte allo sbando, le colazioni alla stazione, Ruth e Fabbri, la serata al porto, le belle donne, il tram a cremagliera, gli scacchi, il libro di Petrella… sono tutte istantanee di un viaggio che ancora vive nella memoria, e il ripensarci non può che farmi sorridere, soprattutto ora, a distanza. Di certo non sono stati giorni rilassanti, trascorsi all’insegna dell’ozio e del piacere, ma forse è proprio questo il segreto dei nostri viaggi, stremanti, faticosi, imprevedibili, costruiti passo a passo, di minuto in minuto, all’avventura, on the road, e così indimenticabili. y*

p.s. in mezzo a tutto questo c’è stata anche Lubiana, ma quella è un’altra storia.

csxqp: radiohead – “creep”