tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, marzo 09, 2009



Montagna. neve. ma tanta neve. e tu cammini, passi decisi, su un tappeto bianco, testa alta, ti godi il paesaggio, respiri, calmo, il freddo è un dolce compagno, e pensi, o meglio, nel silenzio assoluto vivi un flusso continuo di immagini, sensazioni, illuminazioni.
niente sentieri, niente orme, niente tracce da seguire, solo tu, e uno sperone di roccia, all’orizzonte, la tua meta.
cerchi un perché, che in fondo non c’è, e continui, vai avanti, sicuro di te, consapevole…
poi il terreno si fa più impervio, proseguire è difficile, rinunciare è un’idea, ma non è ancora il momento, la resa non c’è, così aguzzi l’ingegno, sfrutti l’esperienza, ti metti d’impegno, perché ci vuole la testa.
ti poni degli obbiettivi, brevi distanze, che fissi con gli occhi, che raggiungi, e ti fermi, tiri il fiato, e poi riprendi, illudendoti, consciamente, che non sei poi distante, che la meta è vicina.
sprofondi, il morale si fiacca, vacilli, hai i piedi bagnati, le mani gelate, la neve al bacino, ma tu non ti arrendi, stringi i denti, usi le braccia, strisci, prosegui carponi, devi esser leggero, devi fluttuare, ancora per poco, perché in fondo il piano è vicino, c’è un’oasi di terra, in questo mare di bianco, e lì potrai ritemprarti, valutare il da farsi.
dopo la sosta riprendi il cammino, convinto, ma hai preso un abbaglio, non sei ancora arrivato, c’avevi creduto ma ti eri sbagliato.
raccogli le forze, ogni passo è un supplizio, ma non puoi rinunciare, dopo tanto penare.
arrivi al piano, e ti senti felice, "il peggio è passato", ti sembra di udire. ma non sai che t’aspetta, c’è l’ultimo strappo, che ti porta alla vetta, ma la neve è infingarda, cela il terreno, e tutto d’un tratto ti ritrovi sospeso.
è un tremendo spavento, non hai più certezze, sei vulnerabile, e la paura ti assale, ma riprendi il controllo, diventi più accorto, cerchi un passaggio, ma ti vedi chiuso da lastre di ghiaccio.
allora ti fermi, studi un percorso, rinunci, invece no, ci tenti, un ultimo sforzo, invano, ma provi.
è finita, ti rassegni, inutile correre rischi, la vetta è inviolata, sarà per la prossima volta, ma tu sei segnato, qualcosa hai imparato.

È stata dura, e lo sarà ancora, ma ora sorrido, soddisfatto, mi son messo alla prova, e mi sono riconosciuto, caparbio, tenace, indomito: le energie ci sono, e anche la testa.

Nella vita, invece, temo di essermi arreso troppo presto, o quantomeno, temo di essermi fermato, accontentandomi di quanto raggiunto. Ma più ci penso e più mi convinco che nulla è perduto, anzi, qualcosa è cambiato, sento crescere nuove forze, nuovi interessi, nuove sfide si affacciano all’orizzonte; sono positivo, propositivo, pronto a rimettermi in cammino. y*

clxqp: philip k. dick – "ubik"