qualche anno fa fra un esame universitario e l'altro (diciamo pure fra una bocciatura e un ventitrè), un po' forse per noia e molto forse per spirito di contrarietà, mi appassionai ad un tema tanto affascinante quanto poco frequentato: i misteri d'italia, ovvero quell'irrisolto lato oscuro della nostra storia repubblicana fatto di appunto di misteri, di bombe, di stragi, di depistaggi, di golpe mancati, di collusioni, di cospirazioni.
così lo scorso dodici dicembre, animato da questa vecchia passione, sono passato da piazza fontana: qualche corona di fiori e un piccolo palco di legno provavano faticosamente ad ergersi in mezzo all'indifferenza brulicante della gente impegnata a utilizzare il proprio prezioso sabato in centro a fare acquisti per natale (io fra quelli, del resto: non ci sono andato del tutto apposta). la cosa mi fece un pò di tristezza: il quarantennale della strage di piazza fontana è passato così, in sordina, con una commemorazione molto di routine, senza troppi clamori, un'occasione mancata per ricordare e capire tutto ciò che è cominciato da lì, e risvegliare coscenze civili. peccato.
in questi giorni le commemorazioni acritiche che da destra e da sinistra sono piovute come monetine per il decennale della morte di craxi (che insigne statista che era, quanto bene ha fatto per il paese, ha dovuto pagare per tutti, e che coraggio il suo celebre discorso in parlamento, dedichiamogli senza indugio una piazza) hanno provocato in me la stessa identica sensazione: un pò di incredula tristezza e la sensazione di un'enorme occasione mancata. peccato davvero.
la mia personale impressione è che l'assenza di serenità che oggi affligge questo paese gli impedisca di affrontare nel giusto modo il proprio dolente passato. l'italia di oggi, che le piaccia o no, è inevitabilmente nipote e figlia, fra le altre cose, della strategia della tensione e di tangentopoli. ma entrambe, mi pare, sono ferite ancora aperte, non cicatrizzate, che si preferisce nascondere (per farlo va bene anche l'ipocrisia, se bende molto spesse non bastano) piuttosto che disinfettare. mi sembra che questo paese litigioso, arretrato, videocratico, diviso e appunto così poco sereno abbia, spaventato, un rapporto conflittuale con la propria memoria. f
csxqp: francesco de gregori - "viva l'italia"