tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, luglio 19, 2010





una delle cose che più mi piace fare d'estate è inforcare il mio catorcio e partire, senza meta o senza un motivo preciso, lasciar viaggiare e vagare le due ruote, e con esse i miei pensieri. mi piace sentire il sole che brucia la pelle in assolati pomeriggi di negozi chiusi, senz'anima viva, e mi piace, nel fresco di un giorno che se ne sta andando, passare sotto le finestre aperte delle case che provano a respirare, e sbirciarci dentro. mi piace svegliarmi all'alba e dal sellino osservare la città ancora deserta che sta per stiracchiarsi e mettersi in piedi. mi piace inoltrarmi per chilometri verso sudovest, seguire il corso del naviglio, pedalare per ore in compagnia del granturco, delle libellule, delle cascine, piene di mucche sonnacchiose. mi piace il fruscio delle ruote sull'asfalto, e l'oscillante arrancare delle mie ginocchia. mi piace esplorare angoli e vie che non conosco, paesini sperduti nel nulla, periferie misteriose. mi piace sentirmi libero, io e la strada, portarmi dietro poco o niente, andare a zonzo, guardarmi intorno, fermarmi, ripartire, perdermi, affidare all'istinto il compito di tracciare una rotta. mi piace lasciare il manubrio, sentir scorrere il vento e gli odori che porta. f

csxqp: swingin' utters - "nowhere fast"

1 Commenti:

Blogger tabacchi fc ha detto...

è vero, la bici regala una sensazione di libertà incredibile... alcuni anni fa, sul finire dell'estate, dopo aver chiuso una storia travagliata, e ancora in attesa di un impiego, pedalavo a petto nudo, sulla circonvallazione interna, cuffie nelle orecchie, col sole sulle spalle e il vento in viso, ebbene, ero felice, come non lo ero da molto tempo, e mi sono sentito finalmente leggero, libero... ancora oggi ricordo quel giorno come un momento di riscossa, in cui la vita ha ripreso a girare.
molti però non hanno ancora appreso il potenziale di questo mezzo, e perseverano nell'errore di usar l'auto, e così si perdono il piacere dell'osservare il mondo ad una velocità adeguata alla vista, mancano la possibilità delle soste, delle ripartenze, dei ripensamenti, delle inversioni di marcia, dell'andare dove ti porta il caso, o l'istinto, e allo stesso modo si perdono le viuzze, i sentieri, le strettoie, gli angoli nascosti, i negozietti, le latterie, la natura...
quindi non posso che sottoscrivere tutto quello che hai detto, anch'io amo pedalare, assaporare l'asfalto, guardarmi intorno, perdermi in vie sconosciute, sentire la brezza, gli odori, i colori, la fatica, nonostante il mal di culo/palle, e per certi versi mi piacerebbe osare di più... almeno per una volta vorrei riuscire a fare della bici il mio compagno di viaggio, e perdermi lungo le strade olandesi, affrontare i pendii austriaci, battere le piste tedesche, lasciando alla strada e alle gambe il compito di condurmi a destinazione, nonostante gli immancabili inconvenienti che però fanno del viaggio un'avventura epica.
in più aggiungo che da buon "montanaro" non posso esimermi dal magnificare le salite, perchè è lì, quando la strada incomincia a inerpicarsi, che ci si sente "vivi"... è in quei momenti che mi ricordo il respiro, i polmoni, i tendini, i polpacci, l'acido lattico, e viene fuori il carattere, perchè non vuoi mollare, cerchi di resistere, se stremato ma stringi i denti, ancora per un poco, ti poni piccoli obiettivi, e quando infine conquisti la cima sei il re del mondo, bellissimo!
a questo punto non posso che salutarti sperando di incrociare presto le bici... y

8:33 PM

 

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