tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, luglio 23, 2023

 


piccolo post per la mia bici, vecchio catorcio, rottame arrugginito, ammasso di ferraglia, e amica fedele.
amo fuggire con lei in scorribande domenicali verso i campi fuori città, dove ampie distese di grano si inchinano alla maestosa leggiadria delle pale eoliche, ma questo, credo, l'ho già raccontato. la novità di quest'estate è che la bici è diventata il mio mezzo di trasporto preferito per andare a lavoro: è la prima volta che accade con continuità, e mi sembra un vero peccato non averlo fatto prima. certo, arrivo al lavoro grondante di sudore, lascio le gambe su un paio di salite leggere ma subdole e mortifere, e spendo forze che sono probabilmente preziose per il prosieguo della giornata che mi attende, ma non mi importa, mi sono accorto che anche in questa occasione pedalare mi fa stare maledettamente bene, e che arrivo comunque al lavoro più leggero, in pace, felice del mio corpo, grato della possibilità di poterlo usare e muovere.
sono consapevole che poter andare al lavoro in bici è già di per sé un lusso, avere l'opportunità di colmare pedalando la manciata di chilometri che mi separano dal magazzino e lasciare che i miei pensieri si mescolino con il mio respiro e con l'aria fresca del primo mattino è davvero un privilegio di cui voglio approfittare il più possibile. lusso nel lusso, poi, è il fatto che gran parte del percorso si snoda su una pista ciclabile che scorre nel verde, fra gli alberi, nella placida tranquillità della natura, lontana dalle auto. si tratta dell'inizio della pista ciclabile che è stata teatro, qualche anno fa, della mia grandiosa, memorabile e del tutto incosciente impresa di arrivare in giornata, pedalando sotto un sole bruciante, fino in lussemburgo: non sarò mai grato abbastanza alla mia bici per non avermi abbandonato e avermi portato, nonostante inquietanti rumori di fondo, sferraglianti scatarramenti e ossessivi ticchettii, sano e salvo a destinazione.
rumori che peraltro non se ne sono mai andati, e fanno parte ormai del mio inseparabile ferravecchio, insieme al sellino squarciato, al portaborracce pericolante e a una tragica inefficienza di fondo che probabilmente mi fa sistematicamente faticare il doppio del necessario. nel negozio dove lavoro abbiamo a disposizione, a prezzi molto interessanti, alcune bici elettriche che tornano dal leasing, spesso usate pochissimo e in ottime condizioni, e qualche tempo fa mi è venuta la tentazione di prenderne una. ho accarezzato l'idea per molto tempo ma alla fine non ce l'ho fatta: ho pensato che sarebbe troppo facile e troppo comodo, che non sono ancora così vecchio da avere bisogno di assistenza durante la pedalata e che, irriducibile romantico che vede un'anima negli oggetti, non sono ancora pronto per tradire il mio adorato catorcio e la mia compagna di mille avventure. lo so, è stupido, ma arrivare a destinazione con lei al mio fianco mi rende sempre felice.
tornerà presto a farsi viva la pioggia, petulante e fastidiosa rompiscatole, e il freddo non tarderà a graffiare, obbligandomi a prendere di nuovo la macchina per andare a lavoro. ma finché si può salterò in sella, per muovermi, stancarmi, assaporare la fatica, e respirare a pieni polmoni: in quest'estate ho bisogno di questo, per sentirmi vivo. f

csxqp: will varley - "as for my soul"

1 Commenti:

Blogger tabacchi fc ha detto...

Di bici ne ho tante, ma per andare al lavoro uso sempre l’unica che non ho acquistato, che non mi sono scelto, ma che ho pazientemente restaurato dopo averne trovato il telaio vicino a un cassonetto. È necessariamente un mezzo da battaglia, frutto di mille elaborazioni, apporti, modifiche, e bonariamente mi ricorda Frankenstein, tanto è grande il mix di componenti spaiate che la compongono. Ma è e rimane la mia preferita, nonostante la sella sfondata, la catena arrugginita, il cambio impreciso, il canotto bloccato, i freni inefficaci e il persistente cigolio di ferraglia. In una delle nostre ultime uscite Lorenzo le aveva fatto i complimenti, forse abbagliato dalle cromature del manubrio e dai pedali ricercati. La cosa mi aveva fatto enormemente piacere, se non fosse altro per il grande valore affettivo che le riconosco, ma avevo celato un certo imbarazzo e vergogna considerando le magagne che si nascondevano dietro questa facciata luccicante. Anch’io non ho nessuna intenzione di cambiarla, e il proposito è sempre quello di darle una sistemata, cosa che però avviene puntualmente solo quando non è più rimandabile. Ti capisco quando scrivi che poterla usare per andare al lavoro è fonte di grande gioia, perché per me è lo stesso. Anche se il mio tragitto non è così confortevole, condiviso con le auto in mezzo al grigiore dei palazzi, mi permette di liberare la testa dai pensieri, fare attività fisica, riappropriarmi della fisicità del mio corpo. In più svicolo il traffico, non ho problemi di parcheggio, di scioperi dei mezzi, e mi evito tutto lo stress che ne deriva. La bici è un mezzo fantastico, e spero presto di poterne incrociare nuovamente insieme le ruote per nuove esplorazioni e avventure! y
ps venerdì ne ho comprata un’altra… in fondo la quantità perfetta di bici che una persona dovrebbe possedere è sempre n+1 😝

6:26 PM

 

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