tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

martedì, maggio 13, 2025

 


qualche mese fa ci siamo trasferiti in un nuovo magazzino, molto più grande di quello dove stavamo prima, e molto più vicino al negozio dove le biciclette vengono poi vendute, due fattori che in pratica rendono il mio lavoro davvero molto più semplice e più comodo. all'inizio però ho guardato con molto sospetto a questo trasferimento, come del resto ahimè faccio sempre con tutti i cambiamenti, ma poi ho cominciato ad abituarmi, a strutturare il mio lavoro adattandolo intorno a questi nuovi spazi e a queste mutate condizioni e ad apprezzare i pregi di questa nuova sistemazione, mettendone in secondo piano i difetti, che pure ci sono. ci sto provando: devo imparare a concentrarmi sulle porte che si aprono invece che su quelle si chiudono, forse è davvero l'unico modo di superare questo irragionevole vizio che ho di affezionarmi maledettamente alle cose.
da qualche giorno ho ricominciato ad andare a lavoro in bici dopo la lunga ed estenuante pausa invernale: si è fatta attendere, è sempre troppo timida la ragazza, ma alla fine si è affacciata anche da queste parti, irresistibile e sensuale, la primavera. così ho scoperto che c'è un aspetto di questo cambiamento che, devo proprio ammetterlo, è estremamente positivo: il percorso per raggiungere questo nuovo magazzino è, se possibile, perfino più bello dell'altro.
certo è più breve, e questo un po' quasi mi dispiace, inoltre i saliscendi da affrontare sono molto più ripidi, e laddove prima potevo cavarmela con un dolce e graduale dislivello qui c'è una salita in cui ogni volta che arrivo in cima mi tocca girarmi per controllare di non aver lasciato indietro un polmone (non è vero, sono un contaballe, era per dare al racconto un po' di tensione drammatica, in realtà la pigrizia prende il sopravvento quasi subito, i polpacci si ammutinano, scendo dopo pochi metri dal mio fidato catorcio e poi lo spingo a mano, insomma scalatela voi 'sta montagna, se ne avete voglia, io passo. che poi a dirla tutta non è vero neanche questo, la verità è che cerco ogni volta di fare qualche metro in più di quello che ho fatto il giorno precedente e a furia di piccoli obiettivi di avanzamento prima o poi ce la farò a farla tutta, quella maledetta salita. ecco, questa mi sembra la versione più bella delle tre, e in ogni caso lascio a voi decidere quale sia quella vera).
però dopo che mi lascio alle spalle il quartiere universitario, la porta nord, e le ultime paciose propaggini residenziali della città ecco che giro una curva e improvvisamente mi trovo al cospetto di una campagna maestosa, un trionfo di verde e cielo che ogni volta, immancabilmente, mi sorprende e mi lascia senza fiato. sono sempre felice di trovarmi lì, in bici, e pedalando mi scorrono a fianco cascine e maneggi, prati e campi coltivati, colline e fattorie, mucche e cavalli, papere e aironi, alberi imponenti e nuvole in fuga, mentre il sole, imperturbabile e magnifico, benedice ogni cosa.
si lo so cosa state pensando, probabilmente sono il solito uomo di città così irrimediabilmente inurbato da emozionarsi a sproposito non appena vede un ramo e due fili d'erba. forse, ma è più forte di me, questo aprirsi degli spazi e questo verde a rotta di collo mi riempiono sempre di meraviglia, mi mettono di buonumore, il cuore mi sobbalza, l'anima mi si illumina, e ride. andare a lavoro diventa una cosa bella, che faccio volentieri, e non è poco.
è una piccola fortuna in più fra le tante che so di avere, e ne sono grato. f

csxqp: joe strummer & the mescaleros - "x-ray style"