tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

giovedì, luglio 13, 2006

l'altra notte sono rimasto chiuso fuori di casa. un buco nella tasca dei miei pantaloni mi ha costretto a spezzare il mazzo di chiavi separando quelle della porta da quella del portone esterno, per distribuirle nelle altre tasche. l'ennesima serata di grandi bevute su poco cibo ha annebbiato la mia mente, già di per se non lucidissima, e ha fatto si che lasciassi sul tavolo la chiave del portone. tasche bucate e alcool. è la bandiera di tanti scrittori e poeti maledetti. io per adesso scrivo su questo blog, per diventare bukowski c'è sempre tempo (bukowski però mi sa che scopava di più). comunque sia gli ultimi barlumi di buon senso e razionalità sono definitivamente annichiliti, e succede così di trovarsi alle tre e mezza di una calda notte di fine giugno davanti al proprio portone e alla propria idiozia, a fronteggiare lo sguardo carico di disprezzo del sonno e quello interrogativo del proprio cane, improvvisato compagno di sventura: "beh, cazzo aspetti ad aprire? guarda che ho finito di pisciare". beata innocenza canina. "lo so, scemo. è che ho lasciato la chiave a casa" cerco di dirgli, fissandolo con aria sconsolata. "bravo pirla", sembra dire lui, distogliendo lo sguardo con disappunto. ma sotto sotto so che mi vuole ancora bene. finisce che ci buttiamo tutti e due seduti. io sul gradino dell'ingresso, la testa contro la porta, cooper per terra, vicino a me. entrambi ascoltiamo l'afosa brezza notturna e il silenzio intervallato dal passaggio finalmente tranquillo delle macchine. lei, amore, fatica, coraggio, lavoro, italia, finale, lei, domani, senso, amici, strada, lei, meraviglia, nausea... resto in balia del ribollente calderone di pensieri che si arrampicano senza sosta gli uni sugli altri, rubandosi a vicenda il controllo del mio cervello e affastellandosi disordinatamente in mucchi sparsi. alla fine resta solo la convinzione che sarebbe bello essere non dico una persona normale con una fidanzata un lavoro e un pò di sano cinico disprezzo verso il mondo, ma almeno uno a cui non succede di restare chiuso fuori di casa a notte fonda. ma anche per diventare perfettamente integrati c'è sempre tempo, l'illusione per adesso è ancora quella di essere fiero di sognare e incespicare. passata un'ora scopro con sollievo di non essere l'unico nottambulo del palazzo. qualcuno apre il portone. io e cooper ci guardiamo felici. finalmente possiamo entrare. f 010706

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