è lunedì, sono a Brusadaz, l’ora è giunta, si tratta di partire, è dura, il groppo allo stomaco si fa sentire, la colazione è una inevitabile routine, mi guardo in giro, assorto nei pensieri fisso il vuoto, mio padre mi riporta alla realtà, il treno mi aspetta… è inutile, ogni volta è così, prendere armi e bagagli è triste, mi aspettano giorni di mare e sole, feste e bevute, risate e avventure, ma quello che voglio ora è solo restare qui, dove fa freddo, la pioggia cade battente, i funghi tardano a venire e le giornate passano nell’ozio più totale fra un pisolino e la lettura del giornale. È duro abbandonare quella quiete che tanto si maledice ma che in fondo tanto si ama.
Là dove tutto si conosce, dove ci si sente al sicuro, liberi e parte di una storia con radici lontane non si può che essere “felici”, anche se le nubi stentano a diradarsi… che il tempo si fermi, che l’estate attenda, ritornerò, rinunciarvi non è possibile. y*
Là dove tutto si conosce, dove ci si sente al sicuro, liberi e parte di una storia con radici lontane non si può che essere “felici”, anche se le nubi stentano a diradarsi… che il tempo si fermi, che l’estate attenda, ritornerò, rinunciarvi non è possibile. y*
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