tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, gennaio 22, 2007


secondo me della musica alla fine ci si innamora, come di una donna. magari l'intensità è diversa ma il tipo di sentimento che viene messo in gioco è molto simile. esagero? troppo sdolcinato? forse. però quando penso o ascolto la musica che davvero mi piace c'è il cuore che si impasta con lo stomaco. c'è un vuoto da riempire, e un bisogno di completezza. c'è un qualcosa nell'approccio che ha molto a che fare con quello che siamo stati e con quello che vorremmo essere. c'è infine un'indefinita casuale inspiegabilità, di gusti, motivi e circostanze che circonda la scelta istintiva e inconsapevole di quella o questa donna, di questo o quel gruppo. innamorarsi non ha cause dimostrabili, solo effetti complessi. dunque non so dire perchè dieci mesi fa mi sono innamorato proprio di lei invece di un'altra, o perchè dieci anni fa sono stato folgorato dal terzo disco dei modena city ramblers invece di essere illuminato magari da bach, o dai genesis, o da nek (sempre che si possa essere illuminati da nek). ma non è poi così importante dopo tutto. a pensarci i modena sono stati per me una felice scoperta in un periodo in cui davvero niente sembrava poter avere la connotazione di felice, sono stati una folgorazione che ha portato ad altre meravigliose e imprevedibili folgorazioni, mi hanno dato per primi le parole di lotta di cui per fortuna non ho mai smesso di avere bisogno, hanno premiato una mia recensione in quella che è stata l'unica volta prima di questo blog che ho avuto il coraggio di scrivere qualcosa e farlo leggere. e ancora, sono facce di persone e non di personaggi, sono stati le creste sul pranzo per comprarmi il loro disco, sono il pugno chiuso ai concerti, sono un improvvisato sentimento di appartenenza e fratellanza con la gente che ti salta addosso, sono l'unico fan club a cui sia mai stato iscritto (con tanto di tessera). sono tutto questo e molto di più, ma a pensarci bene tutto questo alla fine conta poco. perchè quello che conta alla fine è che l'altra sera hanno suonato un sacco di canzoni (e i concerti sono un po' il modo di fare l'amore con la musica di cui si è innamorati): quelle nuove che non conoscevo e che voglio conoscere, quella scritta per me per quando sono incazzato solo e perso, quella scritta per me quando ho voglia di partire andare lontano e fuggire, quella che mi trascina, quella che è memoria, quella che è poesia, quelle da cantare a squarciagola. e poi a un certo punto, le sedie sul palco, quella vecchia e lenta, quella amata ma dimenticata, quella ferocemente poetica ingenua ottimista, quella con quel luminoso malinconico sovversivo ultimo verso, quella che è un saluto e un cordiale fanculo, quella che è birra scura come i vicoli e sana incrollabilità insieme. ecco, basta questo: mi hanno fatto star bene e mi hanno stupito. ancora una volta, semplicemente. ricorderò questa cosa del concerto di giovedì scorso, insieme a rob con la mia enorme camicia e al convulso cercare fra le facce della gente intorno, con l'ansia spaccata a metà fra il volere e il non volere rivederla. solo effetti complessi. f

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