tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, maggio 21, 2007




che belli, i ratti. i ratti gli ho scoperti ormai un anno fa, girando su vari siti che parlavano dei mercanti: c'erano sempre anche loro, da qualche parte (e il fatto che fossero associati ai mercanti era già un'ottima garanzia). i ratti sono musica e poesia ad alto voltaggio, in grado ogni volta di fulminarmi, di lasciarmi la scossa dentro e i capelli dritti, attraversandomi dai piedi allo stomaco alla testa passando per forza da cuore (ehi, notevole questa frase!). i ratti li copiai in tutta la loro discografia ad una ragazza che mi piaceva. ascoltali, t'innamorerai, le dissi, provando a suggerirle in questo modo qualcosa. lei effettivamente s'innamorò, in particolare di una canzone. di me no, ma questa è un'altra storia (che tanto sapete già). i ratti non si trovano nei negozi (scordatevi di trovare un loro cd alla lettera r, subito dopo i dodici scaffali dedicati a ramazzotti). i ratti hanno scritto un sacco di canzoni che mi piacciono. ma soprattutto hanno scritto la canzone in cui mi rifugio quando sono triste, perchè riesce a raccontare il senso dei miei insuccessi, e quella che ascolto sempre quando sono felice, perchè riesce a descrivere la pienezza del mio stare bene, e non è poco. i ratti sono magia. ai ratti voglio bene.
forse è per tutto questo, e anche perchè i ratti della sabina vengono dalla sabina (ma va?) e non si fanno vedere tanto spesso da queste parti, che ieri sera verso le nove ho avuto l'impulso irresistibile di prendere la macchina e andare fino a lodi a vedere un loro concerto. da solo, in barba a tutte le persone che ho invitato e non sono venute, per precedenti impegni o per diffidente sufficenza (i ratti di che cosa? ma chi diavolo sono? ma tu musica conosciuta mai? ecc ecc). del resto non li avevo mai visti dal vivo e ci tenevo davvero a farlo. un impresa. un impresa? si perchè in realtà lodi è anche vicina, alla fine in mezz'ora scarsa ci si arriva, ma la mia pigrizia di solito è una zavorra enorme in questo genere di cose (e dire che il concerto chiudeva una rassegna intitolata "scacco matto all'accidia"... per fortuna per una volta non sono stato l'accidioso di sempre!): perchè o c'è qualcuno che mi trascina (e allora girerei in lungo e in largo anche tutta la brianza... ogni riferimento ecc ecc), o niente mi smuove. ed è stato bello lo stesso perchè l'atmosfera in questo genere di concerti è coinvolgente, e non pesa poi molto essere da soli. la gente la conosci sotto il palco, qualcuno ti spintona per caso e allora si, dai, ti butti a pogare, reggi uno striscione, canti a squarciagola ecc ecc (no, questo post non sta puntando al record mondiale di ecc ecc, il fatto è che so già che verrà lungo e non ho voglia di dilungarmi troppo). perchè alla fine un concerto dei ratti è inevitabilmente qualcosa per pochi iniziati. probabilmente non arrivavamo alla tripla cifra, lì sotto il palco, in quell'enorme piazza dominata da una chiesa senza la metà superiore (avete mai visto una chiesa romanica quadrata? no? a lodi c'è). da un lato è bello, perchè quando la musica che ti piace la conoscono in pochi diventa tua in un modo particolare, ti senti parte di qualcosa di molto esclusivo, e diventi quasi il custode di una magia che solo pochi possono capire fino in fondo. dall'altro ovviamente l'unico rovescio della medaglia è che... beh, hai il tuo bel da fare a convincere qualcuno a venire a vederli! ma non importa, l'importante è che si conservino sempre così, lontani dalle insidie dello show business. come i mercanti. come i gang. ne ho bisogno, di questi eroi.
non fossero stati loro probabilmente non mi sarei mai mosso da casa. voi ora direte si va bene f, abbiamo letto tutte queste sbrodolate, ma 'sti ratti che musica fanno? è folk. si, ma è anche rock. quasi punk, a volte. con il violino e la fisarmonica sugli scudi (dai, non storcete il naso, figli di stratocaster che non siete altro!), velocità, allegria, testi davvero ispirati, favole, poesia, utopia... beh, si, è un pò roba da sognatori, la musica dei ratti. mica per tutti. ma se con queste mie parole io vi ho fatto convinzione, e questa un pò assurda recensione vi ha incuriosito, vi copierò qualcosa. chiedete, e vi sarà dato. del resto ho la loro esplicita autorizzazione (scaricateci, masterizzateci e distribuiteci: insomma diffondete il verbo, dicono loro dal palco).
della musica ci si innamora, devo averlo già scritto da qualche parte. davvero: che belli, i ratti. f

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