tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, maggio 09, 2007




venduta. la casa di via bronzino 20, la casa comperata dai miei bisnonni per la bellezza di 65.000 lire nell'anno 1930 VIII, la casa semidistrutta e ricostruita dopo i bombardamenti del '43, la casa in cui mia mamma è cresciuta, la casa in cui mia nonna ha sempre abitato da quando sono al mondo, e la casa in cui io stesso ho abitato nel mio anno da pendolare universitario, l'abbiamo venduta. ormai è definitivo, domani consegnerò le chiavi a un'isterica e non troppo simpatica trentottenne ingegnere microsoft, con un divorzio alle spalle e altri vari problemi, che sicuramente abbatterà molti muri e rivoluzionerà la disposizione delle stanze. va bene così: ora sarà lei a scrivere la storia di quella casa, e noi probabilmente lo faremo di un'altra, più piccola.
svuotare una casa è un lavoro pazzesco: la quantità di oggetti, ricordi, documenti che una casa racchiude, una volta andati oltre la superficie delle cose che normalmente sono esposte, è impressionante. quintali di vestiti, e piatti, e bicchieri, e tazze. e valige di lettere, d'amore e di amicizia, di quando ancora non esistevano le mail, e mobili in pezzi unici, di quando ancora non esisteva l'ikea. e libri, tantissimi libri, e fotografie, tantissime fotografie, e cose di quando mio nonno era nell'esercito, e i dischi di mia mamma da ragazza, e i quadri dipinti da mio bisnonno e da mio zio. e svariate centinaia di oggetti, soprammobili e ricordi, dopositatisi in strati nel tempo. un lavoro difficile, perchè ci sono le cose che hanno un valore affettivo per noi, quelle che se avevano un valore affettivo noi non sappiamo capirlo, quelle che ne hanno uno solamente materiale e vanno vendute, quelle da tenere in un deposito perchè non si sa dove altro metterle, quelle da dare in beneficenza, quelle da regalare agli amici che hanno spazio, che è meglio che le abbiano loro piuttosto che buttarle. a volte non è facile decidere. i vecchi servizi di porcellana si vendono, che non c'è posto. così i tappeti, e il tavolone antico della sala da pranzo. ma alcune pentole possono servire. le foto e le lettere ovviamente si tengono tutte. i libri d'arte li ho venduti. le enciclopedie vanno regalate, che è un peccato buttare via tutto quel sapere. i vecchi libri di testo di quando mia nonna era professoressa? beh, quelli purtroppo si buttano. ma calvino e fenoglio quelli no, li ho tenuti. e sono contento che un pò di mobili siano finiti in teatro, e anche il grosso cane di ceramica che c'era sempre all'ingresso, così almeno lo rivedo. perchè la mia casa già straripava, figuriamoci ora con tutte le cose che abbiamo portato via da quella di mia nonna.
alla fine di tutto questo mi viene male a pensare ai miei figli e ai miei nipoti, se mai ne avrò: quando a loro toccherà di svuotare la mia, di casa, mi malediranno, io che tendo a conservare qualsiasi cosa intersechi anche solo di sfuggita la mia esistenza. f

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