tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

domenica, giugno 06, 2010


sono al sud, nel profondo sud, là dove mai avrei immaginato di arrivare, dopo un viaggio interminabile, dopo oltre nove ore di treno, dopo aver attraversato l’italia intera, toccando città di cui avevo udito solo il nome, e che ora sono qui, a pochi passi… e così ecco apparire rimini, pesaro, senigallia, ancona, civitanova, san benedetto, roseto degli abruzzi, pescara, termoli, foggia, barletta, bari, monopoli e infine brindisi… un susseguirsi di regioni, ambienti, dialetti, culture… e io, che mai ero stato oltre roma, ora sono qui, incredulo, scendo dal treno, c’è un viso amico che mi aspetta, è pigi, lo guardo, sorride, io rido, che follia, non mi sembra vero, una vita indirizzata sempre verso nord e ora mi ritrovo qui, sono stranito, spaesato ma felice, sono arrivato!

da buon milanese, che mai si era avventurato in queste terre lontane, ero partito carico di preconcetti, attese, certezze da confermare, e come spesso accade mi sono dovuto ricredere. Naturalmente la spazzatura è dappertutto (sciopero dei netturbini), il rispetto del codice della strada è una pratica discrezionale, i negozi hanno orari di apertura/chiusura molto flessibili, la lingua parlata è il dialetto, però è anche vero che a differenza di quanto immaginato ho trovato una cittadina benestante, un’immigrazione straniera contenuta, un ambiente urbano per nulla degradato… nessuno ha cercato di vendermi nulla, non sono stato protagonista di episodi spiacevoli, non mi hanno truffato, nessuna disputa o regolamento di conti, anzi, in una surreale serata, nel totale deserto del centro, sono stato rimproverato per il tono troppo elevato della voce (come se in duomo una persona si affacciasse alla finestra per chiedere silenzio!). E così ho scoperto che il costo della vita non è poi tanto differente da quello del nord, che la criminalità non è poi così presente come da noi, che la gente vive molto più rilassata, che i matrimoni non sono quelle baracconate kitsch zeppe di truzzi che la televisione ci propina, che il mare è nel cuore di tutti ma non è un’ossessione, che il sole c’è ma è anche vero che a giugno può far freddo ancor più che in montagna! avete capito bene, un matrimonio sobrio, il bel tempo a piccole dosi, una gioventù autoctona silente, un’accoglienza festante, è questo che mi ha riservato la puglia.
è stato un turbinio di incontri, presentazioni, strette di mano, chiacchiere, discorsi a ruota libera, sguardi, sorrisi, tensioni, risate… infaticabili non ci siamo privati di nulla, mare e cultura, aperitivi e ristoranti, passeggiate e soste, relax e feste… e ancora in macchina verso ostuni, la riserva di torre guaceto, lecce e gallipoli, e poi ancora brindisi, in lungo e in largo, verso il porto, la stazione, il centro, il teatro, la via appia, al bar per un cappuccio, da “romanelli” per una fritta, da Michela per un sorriso…
e poi il matrimonio, il tempo incerto, la chiesa gremita, i genitori commossi, lo sposo sudato, l’alto prelato, la funzione fiume, lo scambio degli anelli, la voce emozionata della sposa, il bacio finale, le foto, il riso e i petardi, i sorrisi e gli abbracci… poi tutti a fasano, sbagliando l’uscita, sfiorando l’incidente, azzeccando la strada… e quindi l’arrivo alla masseria, l’aperitivo, gli antipasti, i primi, il ballo, i secondi, la torta, i dolci, le luminarie, i regali, ancora foto, i saluti e l’attesa, fino all’ultimo, sono fra gli ultimi, mi piace così, chiuder le feste, aspettare la quiete, il silenzio, l’intimità di chi non ha fretta, di chi vuole ancora assaporare il momento… è fatta, un anno di preparativi è alle spalle, è andato tutto bene, si rilassano, gli invitati sono sulla via di casa, noi ci guardiamo, sorridiamo, è un nuovo inizio, vi auguro ogni bene…

ho fatto e disfatto, tutto e il contrario di tutto. Mi hanno coccolato, accompagnato, ospitato, invitato, fatto sentire parte della famiglia, perché solo presente fra gli “amici” non mi hanno voluto lasciare isolato. E così sono diventato il famoso yuri, il ragazzo del nord, che ama la montagna, che mangia poco, che adora il caffelatte, che ha paura dell’aereo, che parla poco ma ha un cuore grande (scusate la modestia).
null’altro da aggiungere, solo una menzione per un’Anima pia, un’inaspettata fanciulla che con la sua dolce presenza ha allietato e accompagnato ogni mio giorno in terra straniera… grazie. y

cvxqp: k2 – “takeishi’s castle”

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