si, volerò, è possibile, probabile, ho già dato la mia parola, la data è fissata, la destinazione non così precisamente, ma non è questo il punto, o almeno non è del viaggio che voglio parlare, ne della paura di volare, e tantomeno di quei mostri d'acciaio, ma può esserne l'incipit, perché la frase ha quello per oggetto, anche se poi non è quello il senso, chi l'ha scritta aveva in mente qualcosa di più ampio, qualcosa che ha a che vedere con me, con il mio modo di approcciare il mondo, con la mia situazione esistenziale...
ogni tanto ci penso, ma non immaginavo di ritrovarne memoria anche qui, in montagna, e invece così è stato, perché fra le cianfrusaglie abbandonate in un armadio, ed in procinto di essere buttate, ha fatto capolino una scritta, un aereoplanino di carta, un ricordo di un tempo lontano in cui ero infelicemente innamorato, perdutamente non ricambiato, irrimediabilmente non rassegnato. Un periodo duro, in cui non sapevo dove sbattere la testa, senza amor proprio, senza un briciolo di autostima, senza lavoro, senza obiettivi, senza sogni, se non lei... tanto tempo a disposizione senza saper bene come impiegarlo, se non flagellandomi... e così gli assurdi viaggi in macchina, i fine settimana in montagna, le mattinate in università a spulciare inserzioni, la partecipazione alle mostre più assurde, alle fiere più disparate, i pomeriggi in istituto, le inutili mail, lo sguardo fisso sul cellulare in attesa di un messaggio che non arrivava mai, e naturalmente il continuo ricorso al sostegno degli amici, a quelle poche persone pie che impietosite dalla mia nullità cercavano di coinvolgermi in cene, concerti, aperitivi, discussioni, salvandomi dai miei demoni. Il segreto era non fermarsi, non pensare. Qualcuno mi restò a fianco sempre e comunque, a volte per condividere una comune situazione di pena, a volte per pietas umana, a volte per sincera e indissolubile amicizia. Qualcuno si arrabbiò, stufo di un y. così inconsistente, remissivo, inconcludente, e comprendendo ma non volendo accettarne le ragioni si fini con un inevitabile reciproco allontanamento. Qualcun altro invece, ed è questo il caso di p., si prodigò oltre ogni aspettativa, e oltre ogni mia capacità di comprensione, e alla fine fu ripagato malamente con un addio. Ora voglio farne ammenda, perché sono stato scorretto, perché ho sfruttato un'amicizia liberandomene poi come nulla fosse, perché quando ho rotto i ponti non tutto doveva necessariamente essere troncato. I ricordi, infatti, sono rimasti, sono sempre presenti, vivi, non solo nella mente. E così mi capita di recuperare un libro e leggerci una sua dedica, di aprire un cassetto e trovarci un insieme di sue "poesiole", di guardare un album e vederci una nostra foto, di lavorare alla scrivania accanto ad una sua "spagnoletta", di scrivere su un quaderno con impresso un suo disegno... è strano, come lo è girare per la feltrinelli di piazza piemonte aspettandomi di incrociarne lo sguardo. Questa era lei, sempre un pensiero gentile, una carezza, un bacio, un messaggio, una sorpresa, un farsi sentire presente, anche quando non volevo. Mi ha letto dentro, mi ha dato tanto, mi ha fatto paura.
Mi dispiace sia andata così, ma ero quello che ero, un pesciolino d'acquario ritrovatosi nel mare aperto (dei sentimenti).
Cmq non è cambiato molto da allora, a bordo qualche passeggero è salito, ma continuo a volare solo. y
csxqp: jeff buckley - grace
ogni tanto ci penso, ma non immaginavo di ritrovarne memoria anche qui, in montagna, e invece così è stato, perché fra le cianfrusaglie abbandonate in un armadio, ed in procinto di essere buttate, ha fatto capolino una scritta, un aereoplanino di carta, un ricordo di un tempo lontano in cui ero infelicemente innamorato, perdutamente non ricambiato, irrimediabilmente non rassegnato. Un periodo duro, in cui non sapevo dove sbattere la testa, senza amor proprio, senza un briciolo di autostima, senza lavoro, senza obiettivi, senza sogni, se non lei... tanto tempo a disposizione senza saper bene come impiegarlo, se non flagellandomi... e così gli assurdi viaggi in macchina, i fine settimana in montagna, le mattinate in università a spulciare inserzioni, la partecipazione alle mostre più assurde, alle fiere più disparate, i pomeriggi in istituto, le inutili mail, lo sguardo fisso sul cellulare in attesa di un messaggio che non arrivava mai, e naturalmente il continuo ricorso al sostegno degli amici, a quelle poche persone pie che impietosite dalla mia nullità cercavano di coinvolgermi in cene, concerti, aperitivi, discussioni, salvandomi dai miei demoni. Il segreto era non fermarsi, non pensare. Qualcuno mi restò a fianco sempre e comunque, a volte per condividere una comune situazione di pena, a volte per pietas umana, a volte per sincera e indissolubile amicizia. Qualcuno si arrabbiò, stufo di un y. così inconsistente, remissivo, inconcludente, e comprendendo ma non volendo accettarne le ragioni si fini con un inevitabile reciproco allontanamento. Qualcun altro invece, ed è questo il caso di p., si prodigò oltre ogni aspettativa, e oltre ogni mia capacità di comprensione, e alla fine fu ripagato malamente con un addio. Ora voglio farne ammenda, perché sono stato scorretto, perché ho sfruttato un'amicizia liberandomene poi come nulla fosse, perché quando ho rotto i ponti non tutto doveva necessariamente essere troncato. I ricordi, infatti, sono rimasti, sono sempre presenti, vivi, non solo nella mente. E così mi capita di recuperare un libro e leggerci una sua dedica, di aprire un cassetto e trovarci un insieme di sue "poesiole", di guardare un album e vederci una nostra foto, di lavorare alla scrivania accanto ad una sua "spagnoletta", di scrivere su un quaderno con impresso un suo disegno... è strano, come lo è girare per la feltrinelli di piazza piemonte aspettandomi di incrociarne lo sguardo. Questa era lei, sempre un pensiero gentile, una carezza, un bacio, un messaggio, una sorpresa, un farsi sentire presente, anche quando non volevo. Mi ha letto dentro, mi ha dato tanto, mi ha fatto paura.
Mi dispiace sia andata così, ma ero quello che ero, un pesciolino d'acquario ritrovatosi nel mare aperto (dei sentimenti).
Cmq non è cambiato molto da allora, a bordo qualche passeggero è salito, ma continuo a volare solo. y
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