odio il freddo che graffia le ossa, gli strati che si sommano agli strati e ad altri strati di vestiti ancora, le dita intirizzite, le nocche insanguinate, l'auto che non si sa se parte, il naso che cola, l'impiccio delle sciarpe, la neve che soffoca ogni desiderio di uscire di casa. odio il freddo: ma non è niente, a paragone della pioggia.
odio la pioggia. odio l'assiduo imperterrito scrosciare di infide gocce bagnate, i calzini fradici, dover avere una mano sempre occupata dall'ombrello, le cantine allagate, le strade sommerse, doverle attraversare a grandi balzi e pestare comunque acqua, acqua dappertutto, dappertutto schizzi di pozzanghere, sciaf sciaf sciaf, le scarpe che affondano, le auto impietose che sollevano inzaccheranti cavalloni, i sacchetti di plastica ad avvolgere ogni cosa, l'umidità appiccicosa sui vestiti, i calzini fradici, l'ho già detto.
almeno servisse a lavare un po' di feccia dalle strade, invece no.
esagero? forse. va bene, ammetto di essere irrimediabilmente metereopatico. ma odio la pioggia e il freddo, ho un bisogno urgente di sole, e una struggente nostalgia d'estate. f
bruce springsteen - "waitin' for a sunny day"
2 Commenti:
basta con questa storia dei sacchetti, hai trent’anni, sei abbastanza grande da poter tenere in tasca portafoglio e cellulare senza il timore di farli bagnare... face your fear! y
5:56 PM
come se il timore che le cose si inzuppino fosse una questione anagrafica... è indubbiamente soltanto una questione nevrotica, e le nevrosi si sa, con l'età aumentano. per quanto riguarda il portafogli la pioggia non c'entra: il fatto è che sono consapevole di essere troppo distratto, ho la testa sempre fra le nuvole, so già che lo perderei, o me lo ruberebbero. un altra nevrosi? si. sono senza rimedio. f
2:03 PM
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