tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

venerdì, marzo 08, 2013



passare in breve tempo dal fascino un po' affollato caotico, caldo e tutto sommato malconcio delle città mediorentali a quello razionale, funzionante, freddo e tranquillo delle città dell'europa del nord fa sicuramente uno strano effetto. amburgo è una città ordinata e silenziosa, ma anche molto buia, spesso deserta ai limiti della desolazione, fatta di gru e container sul porto, quartieri di sonnacchiose villette a schiera, oggetti porno nelle vetrine di st pauli (con terrificanti maschere di gomma nei negozi, e perversioni davvero disturbanti), orsetti gommosi, bretzel e currywurst, e nostalgie beatlesiane di quando i fab four non ancora famosi iniziarono qui la loro carriera. la cosa più particolare che abbiamo fatto è stata attraversare il tunnel sotterraneo che porta alla sponda opposta del fiume e di là ammirare insieme ai gabbiani le guglie delle chiese e le navi mercantili. abbiamo conosciuto una donna brasiliana che viveva lì, e sperimentato un melting pot linguistico davvero eccezionale. abbiamo visitato una scuola di musica e un'ospedale, e chissà, forse se studi e hai un progetto da realizzare amburgo è una buona città per viverci. nel complesso, vista come turista, posso affermare senza troppi scrupoli che è sicuramente una delle città meno accattivanti che mi sia capitato di incontrare nei miei viaggi in giro per l'europa, e la vicina lubecca, molto più vivace e animata, è senza dubbio più piacevole, e merita sicuramente più dello status di città di passaggio ryanair.



a copenhagen ci siamo arrivati in treno. del tutto inconsapevoli dell'itinerario siamo stati a lungo perplessi sul perché ci avessero obbligato a scendere in una stazione a metà del percorso, ed è stato con grande sorpresa che ci siamo accorti di trovarci su una nave: avevano caricato il treno su un traghetto e ad alcuni passeggeri deve essere sicuramente sembrato bizzarro che tutto ciò ci sembrasse bizzarro.
copenhagen è davvero una bella città, decisamente più movimentata di amburgo (ci voleva poco, in effetti). in comune con la città tedesca ha una cosa che a noi, cittadini del sud europa, ha colpito molto, lasciandoci davvero sorpresi: la metro senza tornelli all'entrata. ovviamente noi, appunto cittadini del sud europa, abbiamo tenuto fede al cliché che ci vuole un po' imbroglioni e poco ligi alle regole, e un paio di volte l'abbiamo presa senza biglietto (si può dire a nostra discolpa che copenhagen è maledettamente cara, e con il costo di un biglietto della metro in italia si fa un pasto in pizzeria), ma la cosa resta straordinaria e indice di un sistema fondato sulla fiducia in un modo che per noi resta inconcepibile. valga come altra prova quella delle biciclette: vengono lasciate spesso dove capita, non legate a nulla, senza lucchetti o catene, ancorate a se stesse solamente con una piccola chiusura posta sulla ruota, sotto la sella. ci è venuto in mente che forse il benessere di una società è direttamente proporzionale a quanto i suoi membri si fidino reciprocamente. le biciclette in ogni caso sono tantissime (e le auto, per contro, davvero pochissime), e la città è veramente una delle più ricche che abbia mai visto quanto a infrastrutture per ciclisti (perfino le scale hanno delle rampe apposite: forse solo amsterdam o le città del belgio sono altrettanto a misura di bici). così ne abbiamo noleggiate due e con molto piacere abbiamo pedalato da osterport, non molto distante dalla sirenetta (che fra l'altro non guarda verso il mare ed è molto più piccola di quanto mi ero immaginato. ed è effettivamente triste, specialmente con i pennacchi delle ciminiere alle spalle), fino all'isola di christianshavn, passando per il nyhavn e le casette che si affacciano sul canale e sulle sue barche. vittime dello stesso cliché di cui parlavo prima abbiamo molto sofferto a lasciare le bici slegate e in balia di qualsiasi, inesistente, malintenzionato. nell'isola di di christianshavn si trova la libera repubblica di christiania, sorta di ex comune hippy con velleità indipendentiste: una passeggiata per le vie del quartiere è un'esperienza a metà fra un film di fellini e uno postapocalittico, e colpisce molto vedere i vari tipi di erba, hashish e marijuana disposti ordinatamente sulle bancarelle, con il cartellino del prezzo. 
e poi ancora il castello di rosenborg, le pale eoliche al largo della spiaggia di amagerstrand (che è lunghissima, e a pochi minuti di metro dal centro, cosa che mi pare notevolmente bella), i ristoranti che alle dieci di sera sono già chiusi, il cambio della guardia, gli smorrebrod (veramente tremendi, a dir la verità), il lago ghiacciato, le monete col buco che all'occorrenza diventano una trottola.
questo viaggio nel profondo nord europa mi restituisce l'impressione di città non necessariamente più belle di quelle a cui siamo abituati, ma di sicuro più efficenti, più sicure, più sostenibili, con infrastrutture migliori per i cittadini e gli studenti. in qualche modo più civili e più funzionanti: più attente ai concetti di diritti e doveri, di rispetto e di bene comune. mi piacerebbe molto che il prossimo governo del nostro paese, qualunque esso sia (e ammesso che ne avremo uno), prendesse spunto e ispirazione da questo tipo di mentalità e facesse propri lo spirito e le idee che la animano. f

csxqp: niepoort - "balance"

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