la bici è la mia possibilità di fuga preferita. quando i pensieri si ingarbugliano, si arruffano, si annodano stretti gli uni agli altri tutto intorno al cervello, sento una necessità prepotente di pedalare lontano. lego un capo di questa matassa al punto di partenza e inizio ad allontanarmi, sempre più veloce, senza una meta che non sia improvvisata al momento, cosicché il filo o si dipana dolcemente, oppure si spezza, e spesso è la cosa migliore: non conosco modo altrettanto efficace per districarsi da tutto, ed evadere.
aachen è fatta così, che appena ti allontani dal centro, in qualsiasi direzione, diventa subito campagna: distese di verde e azzurro, cavalli mucche e pecore intenti ad un pigro ruminare, l'odore dolce dell'erba, lo stesso di quand'ero piccolo, e quello dell'estate, carico di promesse. ci sono cose che a milano non facevo da troppo tempo, perdermi nei boschi, sdraiarmi nell'erba, sbirciare il mondo attraverso i fili verdi, sedermi per terra a guardare un tramonto, pisciare al vento dietro un cespuglio.
oggi avevo troppe nubi per la testa e la bici mi ha portato lontano, almeno per un po', al sole. f
csxqp: rein - "l'erba ai lati della strada"
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