tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

martedì, dicembre 01, 2015


quando credi di non aver nulla da perdere, quando pensi di aver toccato il fondo, allora è il momento di decidere, o ti annulli o spingi al massimo. non basta più esser forte, e tantomeno tenere duro, perché non hai nulla a cui ancorarti. per salvarti, e abbandonare questo stato di perdizione e disperazione, devi fare un passo, che da solo, però, non riusciresti mai a compiere. hai bisogno di un incentivo extra, un acceleratore, una scossa. è il momento di sperimentare il "rischio". lo so, può suonare pazzesco, ma è lì che, inconsciamente, ricominci, riprendi a respirare, riemergi dall'abisso, e nuoti per riconquistarti la costa…
per combattere il mio male non è stato sufficiente convincermi che la vita è troppo breve per perdersi dietro a chi non ti vuole, ma ho dovuto osare, uscire dalla zona di confort, e così mi sono spinto oltre, con l'arrampicata, i viaggi, le relazioni. paradossalmente credo che quando non hai più voglia di andare avanti, quando perdi l'amore di vivere, puoi sfruttare questa situazione come strumento di rilancio. non tenendo più alla tua misera vita ti esponi, fai cose che normalmente avresti evitato, e così piano piano ti rimetti in gioco, finché non trovi una nuova via, verso cui indirizzare la vita. ma per fare tutto questo è necessaria una spinta, quella che io chiamo fuoco. cerchi di bruciarti, e invece rinasci. non è semplice, ne da spiegare ne da mettere in pratica, ma è quello che ho sperimentato. ho avuto bisogno di emozioni forti per uscire dal torpore, per riprendermi, e ridare valore all'esistenza. e tutto questo non sarebbe stato comunque possibile senza gli amici, vera forza di questa ripresa. non mi hanno abbandonato, non hanno voluto lasciarmi alla deriva, nonostante tutti quei silenzi, quel distacco, quei no, e mi hanno accolto nella loro casa, permettendomi di lenire le ferite, impedendomi di pensare, almeno per qualche ora. mi hanno voluto vicino quando non volevo nessuno. non sono stato facile, ne simpatico, e tantomeno sorridente, ma a loro non interessava, perché conoscevano chi ero, anche se in quel momento non c'ero più. poi il tempo ha fatto il resto.

quest'anno sento che qualcosa è cambiato, credo di aver chiuso il cerchio, o almeno c'ho provato, perché ero lì, pronto, per due giorni ho lavorato dove lei lavora, ho pranzato negli stessi luoghi, ma il destino ha voluto che non ci incontrassimo. ero presente, avrei affrontato i miei demoni, e forse questo mi basta, per guardare oltre. y

csxqp: the whitest boy alive - "burning"

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