tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, settembre 23, 2015



una cinquantina di ectoplasmi scivolano lenti e silenziosi sull'asfalto grigio, quasi riflesso nel plumbore del cielo. scendo, mi fermo, li osservo, improvvisamente metto a fuoco il giorno e l'ora, e capisco: resto perplesso e interdetto, non so bene se ridere o piangere. ma che fate? non si fa così! vorrei attraversare la strada e fermarli uno a uno, chiedere a ognuno dove sono la musica a palla, il tintinnio petulante e insistito dei campanelli, i clacson che strombazzano, le risse con gli automobilisti, le macchine della polizia, le grida, l'allegria, il caos. dov'è la rivolta, dov'è la massa, dov'è la critica? scuoto la testa sconsolato: no, davvero, non si fa così. ma forse è solo questione di pane e di denti, di prospettive distorte dalla latitudine, dello stupore di uno che arriva da sud.
sfido che non l'abbia mai visto prima d'ora: il critical mass ad aachen è una vera delusione. del resto non ha alcun senso lottare per diritti che si hanno già, e quella che dovrebbe essere una gloriosa rivendicazione di spazi e diritti da parte di una piccola minoranza di utenti della strada diventa inevitabilmente, in questa parte d'europa dove le bici sono già al centro della mobilità urbana, un grottesco scimmiottamento di ribellione. la verità è che qui, per fortuna, sono le auto quelle che dovrebbero organizzare un critical mass, e rivendicare, rombando i motori e scatarrando fumo, gli spazi prepotentemente usurpati dalle due ruote.
neanche il tempo di mettere a fuoco questi pensieri e i cinquanta ectoplasmi mi hanno già superato, placidi e indifferenti. li seguo ancora un po' con lo sguardo e prima che svoltino l'angolo li vedo fermarsi compatti, nessuno escluso, al cospetto di un semaforo rosso. sgrano gli occhi, e non riesco a immaginare una sintesi più perfetta della germania. inforco la mia bici e riparto. alla prima traversa svolto contromano, perché qui si può. f

csxqp: reinhard mey - "mein testament"

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